Doogee ha svelato al MWC 2019 un rugged phone diverso da tutti gli altri (foto e video)
Supporta infatti una serie di moduli che lo trasformano in una console da gioco, in un walkie talkie o in un visore notturno!
Gli smartphone modulari sono una particolare categoria di telefoni cellulari il cui hardware può essere modificato semplicemente sostituendo alcuni componenti, anziché l’intero dispositivo. La loro particolarità consiste nell’essere costituiti da moduli componibili, ciascuno dei quali svolge una precisa funzione. Avremo quindi un modulo per il display, uno per la fotocamera, uno per gli speaker, ecc.
Così facendo è possibile non solo sostituire un singolo modulo con uno più aggiornato, ma anche comporre lo smartphone in base alle proprie esigenze. Vi serve più autonomia? Montatene due anziché una, rinunciando magari a qualcosa che al momento non è prioritario. Volete più fotocamere? Volete speaker più grandi? Avete capito l’antifona insomma.
Teoricamente parlando, i costi di riparazione e aggiornamento hardware di uno smartphone modulare sono quindi abbattuti rispetto ai modelli tradizionali. La modularità introduce però anche diversi problemi. Anzitutto a carattere estetico, dato che una soluzione componibile non può essere rifinita e sottile come una integrata. Poi a livello di solidità, non essendo un corpo unico. Inoltre non sono da sottovalutare la tenuta nel tempo dei singoli moduli e le connessioni tra uno e l’altro.
Per questi (ed altri motivi), i telefoni modulari non possono ancora definirsi una vera realtà. Tra i tentativi più degni di nota ne annoveriamo due: Fairphone, che ancora resiste, e Google Project Ara, che ormai è stato cancellato.
Fairphone è una startup olandese che nel lontano 2013 riuscì a raccogliere fondi per la realizzazione di quello che definirono il primo smartphone etico. Ciò significa che tutte le risorse necessarie alla sua realizzazione provenivano da territori privi di conflitti e senza sfruttamento del lavoro. Una nobile causa senz’altro, che però non ha a che vedere con gli smartphone modulari.
Nel 2015 arrivò Fairphone 2, uno smartphone che riprende sempre i principi di “eticità” del primo modello, ma a questi aggiunge appunto la modularità. La maggior parte delle sue componenti, come display, processore, fotocamera e altro, possono infatti essere rimosse semplicemente svitando qualche vite torx o phillips.
Fairphone 2 è ancora oggi acquistabile dal sito ufficiale al prezzo di 529€. Sempre sullo stesso store, sono disponibili numerosi prezzi di ricambio. Si è parlato spesso di un possibile successore, ma per adesso Fairphone 3 non si è ancora concretizzato (e dubitiamo che lo farà mai).
Project Ara doveva essere IL telefono modulare. Nato nel 2013 da un’idea di Motorola e portato avanti poi da Google, Project Ara aveva tutte le carte in regola per essere il prossimo passo evolutivo nella storia degli smartphone. E invece è stato ufficialmente cancellato a settembre 2016.
Difficoltà tecniche insormontabili (al momento) unite al desiderio dell’azienda di focalizzare altrove i suoi sforzi hardware (il mese dopo sarebbero arrivati i primi smartphone Pixel), hanno portato alla difficile decisione. E se un’azienda del calibro di Google si è tirata indietro, è un po’ come lanciare un monito a tutti gli altri produttori che è meglio tenersi alla larga, tanto che da allora nessuno si è più imbarcato in un progetto tanto ambizioso.
Speriamo solo che i tempi non fossero maturi, e che, magari tra qualche tempo, ci sarà una seconda giovinezza degli smartphone modulari.
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