Ecco perché Pixel 7 Pro potrebbe rompersi

Il teardown di JerryRigEverything mostra la debolezza strutturale, ma anche la riparabilità del dispositivo
Alessandro Nodari
Alessandro Nodari
Ecco perché Pixel 7 Pro potrebbe rompersi

Pochi giorni fa, il test di resistenza di Pixel 7 Pro da parte di JerryRigEverything non ci ha lasciato un'impressione particolare. Sì, il premium phone dell'anno (qui trovate la nostra recensione) non si è spezzato in due, ma ne è uscito piuttosto malconcio, rivelando una grave debolezza strutturale e una preoccupante propensione ai graffi del blocco fotocamere posteriore.

Ora il sempre agguerritissimo Zack Nelson, spinto dalla curiosità di individuare il punto critico del telefono di Google, ha effettuato il teardown del dispositivo. Vediamo cosa ha scoperto.

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Seguendo la procedura standard, lo YouTuber ha applicato calore allo schermo per ammorbidire l'adesivo e poterlo aprire con una ventosa e taglierino. Come per Pixel 6 Pro, lo schermo presenta un bordo protettivo in plastica che non deve essere separato, pena la rottura del pannello. A differenza del predecessore, però, il connettore dello schermo non è fissato da viti, quindi può essere rimosso più facilmente, un plus per la riparabilità.

Successivamente, Zack osserva altre somiglianze con il precedente top di Google, come l'adesivo in grafite per la dispersione del calore e la piastra centrale a forma di C che corre lungo la batteria, in questo caso però con una differenza fondamentale.

Ed è questo il punto nevralgico. Questa piastra nel Pixel 7 Pro non si estende oltre il blocco fotocamere come nel predecessore, ma si interrompe, rendendo la linea dell'antenna appena sotto suddetto blocco il punto debole del telefono, come abbiamo visto nel test di resistenza. La piastra in sé non è molto dura, ma probabilmente fissata con le viti consente la necessaria rigidità alla struttura, e presenta gli indicatori di ingresso dei liquidi.

A questo punto lo YouTuber passa alla batteria, che è fissata allo stesso modo del Pixel 6 Pro, con non troppa colla, che dovrebbe essere sciolta con alcol isopropilico prima di sollevare la batteria tramite le due strisce plastiche disponibili.

Un altro punto a favore della riparabilità.

Senza la batteria, Zack può smontare il blocco degli obiettivi, rivelando che quello periscopico è in effetti dotato di stabilizzazione ottica dell'immagine grazie a piccole bobine elettromagnetiche. 

È arrivato il momento della scheda madre, che rivela la pasta termica e il piatto in rame per la dispersione termica del SoC e la porta USB saldata, circondata da un bell'anello di gomma blu.

Da notare anche la guida metallica che tiene in posizione la scheda madre, enorme, e gli altoparlanti, di dimensioni generose e dotati di anelli in gomma colorati per l'impermeabilità in linea con lo stile (interno) del telefono.

Alla fine Nelson rimette tutto al proprio posto, ma non c'è modo di sapere se è riuscito a riassemblarlo con successo, visto che all'inizio aveva rotto lo schermo. Almeno abbiamo scoperto il motivo della debolezza strutturale del telefono, e viene da chiedersi perché Google abbia fatto questa scelta.

Forse per motivi di spazio? Qui sotto potete vedere il video completo.