Google ha ignorato Android 14, e forse è anche un bene

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Google ha ignorato Android 14, e forse è anche un bene

La scorsa settimana si è tenuto il Google I/O, l'annuale conferenza per sviluppatori (e non solo) del mondo di BigG, e forse per la prima volta negli ultimi anni il ruolo più marginale sul palco l'ha ricoperto proprio il robottino verde, con Android 14 che è stato a malapena citato dai vari speaker che si sono alternati. Del resto anche l'immagine con cui abbiamo deciso di aprire questo articolo la dice lunga, visto il riferimento ad Android, senza citare... Android!

Il motivo potrebbe banalmente essere ricercato nel focus sull'intelligenza artificiale, che mai come quest'anno l'ha fatta da padrone. Da Google Bard (sapete come usarlo in Italia, vero?), all'editing fotografico "magico" di Google Foto, passando per le email che "si scrivono da sole", le nuove visuali 3D di Maps, e non da ultimo la tanto attesa rivoluzione della ricerca (che un po' ci preoccupa), era difficile trovare spazio per Android, che comunque ha dato mostra di sé su Pixel 7a, Fold e Tablet.

Un'altra buona ragione è il fatto che Android è ormai un sistema operativo maturo, che non ha bisogno di tanti riflettori puntati sull'ultima versione ancora in beta, tanto più che, per quante novità Android 14 possa apportare, nessuna di queste sarà rivoluzionaria.

C'è poi un'interessante dichiarazione che Sameer Samat, VP dell'ecosistema Android, ha rilasciato a The Verge, secondo il quale, grazie a strumenti quali Play System e le varie app, ormai gli aggiornamenti non riguardano più solo il sistema operativo, ma possono arrivare a tutti indipendentemente dalla versione di Android che hanno sul telefono. Ecco perché quest'anno il focus è stato sul punto di vista dell'utente, piuttosto che sul numero che accompagna l'OS.

Ciò da una parte risolve l'atavico problema della frammentazione, impoverendo al contempo le nuove versioni di Android, cui spesso spettano le cose più tecniche (non per questo meno importanti), che difficilmente avrebbero catturato i titoli di prima pagina.

Del resto a chi interessa della compatibilità con nuovi standard HDR, dell'audio lossless via USB, o delle gesture predittive? (A noi sì, ma capiamo che per il grande pubblico non siano esattamente in cima alla lista dei desideri, e allora meglio concentrarsi su trova il mio dispositivo, messaggistica e personalizzazione.)

E poi diciamocela tutta: non è esattamente un momento d'oro per gli smartphone, le cui vendite sono ai minimi e i ricavi li fanno in pochi; e allora meglio lasciare le cose più tecniche su Android alle sessioni di approfondimento, piuttosto che al keynote (che per altro è già stato abbastanza popolato da altre cose "noiose"). E in fondo va bene così.