Dopo 14 anni i widget su Android sono ancora un disastro

Emanuele Cisotti
Emanuele Cisotti Tech Master
Dopo 14 anni i widget su Android sono ancora un disastro

È indubbio che una delle più grandi novità di iOS 14 (parliamo del 2020) fosse stata l'introduzione dei widget sulla schermata principale. Ed è anche indubbio che questo abbia creato non poco clamore, dimostrando come Apple non sia certamente fulminea nell'aggiornare il suo sistema operativo mobile in base a funzionalità che altrove (ovvero ad oggi Android) sono già presenti da tempo.

Per la precisione su Android sono presenti da sempre, ovvero dalla sua nascita nel 2008. La possibilità di aggiungere piccole parti di app direttamente sulla schermata principale è un concetto vecchio come i primi sistemi operativi desktop per PC ed era quasi ovvio aspettarseli da un sistema aperto come Android. E così è stato. Se all'inizio questo è stato un fattore differenziante, soprattutto per i produttori che curavano molto la personalizzazione del proprio sistema operativo, è anche vero che nel tempo hanno perso parte del loro fascino.

Ad oggi i produttori quando mostrano le interfacce dei propri telefoni impostano solo il widget dell'orologio con il meteo e la barra di ricerca Google.

Ve la ricordate la HTC Sense?

Ho sempre avuto un grande amore verso i widget in generale e nonostante questo non ho mai trovato dei widget del cuore che mi accompagnassero in questo viaggio con Android che dura ormai da 14 anni. I motivi sono due, e sono stati resi ancora più palesi ancora una volta (che vi piaccia o no) dall'implementazione degli stessi in iOS 14: sono brutti e sono pochi.

La coerenza grafica di iOS (16 in questo caso) è inarrivata su Android. E anche il numero di app con widget è superiore.

Partiamo dalla prima affermazione. Il gusto è sicuramente un fattore soggettivo, ma è indubbio che ci sia quantomeno un problema di coerenza. Due widget molto belli, ma completamente diversi, affiancati potrebbero rendere malissimo. Il problema qui è di coerenza grafica ed è dato dalla totale libertà che hanno gli sviluppatori nel creare i loro widget. Android è un sistema operativo aperto e libero e pertanto ogni app può disegnare i propri widget in praticamente qualsiasi modo desideri, esattamente all'opposto di quanto succede con iOS.

I più attenti all'estetica quindi avranno probabilmente un piccolo attacco di cuore ogni volta che guardano la loro home screen piena di widget con colori, rapporto di forma, densità di testo, formato delle icone e qualsiasi altro dettaglio completamente diversi fra loro. Widget trasparenti e widget "solidi", widget stondati e widget squadrati, widget con i bordi e widget senza, widget scrollabili e widget statici, widget ridimensionabili e widget bloccati nelle dimensioni. Non tutti hanno il pallino per l'estetica, ma sicuramente una fetta di utenza sì e la scarsa adozione dei widget è dovuto anche a questo.

Tre widget diversi con tre estetiche diverse. Gli angoli sono tutti arrotondati per "forzatura" della One UI di Samsung.

Ma il vero motivo per odiare i widget su Android è che sono pochi e in molti casi non fanno quello che ci servirebbe. Non parlo dei widget di terze parti (come quelli dei calendari o del meteo), ma di quelli dei produttori e soprattutto degli sviluppatori di app. Faccio qualche esempio pratico. Il widget di Nuki per la mia serratura smart è probabilmente quello meglio fatto, con tutte le opzioni utili a portata di tap e anche l'indicazione di quale porta sto aprendo e il tasto per aprire l'app.

Non posso dire lo stesso di quello di Netatmo, che per fortuna grazie alla possibilità di impilare i widget di Samsung posso ottimizzare negli spazi. Peggio ancora quello dell'allarme Ajax che non è ridimensionabile e che pertanto ha dei tasti molto piccoli e che non hanno un feedback alla pressione e si rischia quindi di sbagliare e bisogna anche attendere un secondo per scoprire se l'allarme si è inserito.

A sinistra: l'unica opzione del widget meteo One UI. A destra: le possibilità di personalizzazione estetiche proposte dalla One UI.

Ma ora andiamo al sodo: tutti quei widget che non esistono proprio. Non esiste alcuni widget di Tado° per controllare la temperatura in casa, nessun widget di NeN che mi ha venduto in abbonamento un Robo (si chiama proprio così) per misurare in tempo reale i consumi in casa e il mio sistema SmartThings, su cui baso quasi tutta la mia domotica, ha widget solo per gli scenari e non per... accendere un interruttore. Ma non solo domotica: Spotify non ha un widget dove piazzare le playlist preferite, non asiste alcun widget di Google Wallet, nessuno delle principali compagnie aeree (eccetto AirFrance), nessuno dei servizi di Delivery per controllare le consegne o nessun widget di Uber o dei servizi di taxi per prenotare un'auto e tracciare il percorso.

E anche Samsung, che è forse una delle aziende che ha lavorato meglio sui widget e sulla loro coerenza grafica non offre molte opzioni su come mostrare sui suoi widget. Anche solo quello del meteo. Le altre aziende invece (anche quelle che dell'interfaccia hanno fatto negli anni il loro cavallo di battaglia) sono quasi non qualificate.