
Google temeva il Galaxy Store di Samsung come la peste
Trapelano i primi dettagli delle accuse nella causa antitrustÈ notizia di oggi l'apertura di una nuova grossa causa legale per antitrust mossa da 37 stati USA contro Google. L'oggetto del dibattimento sono una serie di presunti comportamenti mirati a mantenere il controllo nella distribuzione delle app su Android tramite il Play Store. Anche se per vedere il procedimento bisognerà attendere diversi mesi, già fioccano i dettagli sulle accuse riportate nei documenti depositati dai legali.
A fine articolo potete trovare un paio di passaggi mentre qui c'è il documento integrale in pdf. Tra le dichiarazioni dell'accusa riportate agli atti ci sono passaggi come "Google si è sentita minacciata nel profondo quanto Samsung ha iniziato la ristrutturazione del suo Galaxy Store" o come quello in cui si dice che lo riteneva "una minaccia da domare preventivamente".
Stando alle carte, Google viene accusata di aver adottato una varietà di tattiche per impedire allo store di diventare un vero rivale: dal pagare i produttori di smartphone tramite accordi di distribuzione dei profitti (revenue share) alla proibizione di pre-installare altri app store sui dispositivi, arrivando fino a pagare Samsung per cessare i rapporti con alcuni degli sviluppatori più importanti.
Sull'altro fronte invece BigG avrebbe incoraggiato gli sviluppatori a non pubblicare i propri lavori su piattaforme diverse dal Play Store, pagandoli e imponendo restrizioni.
Le accuse culminano in una frase incisiva: "Per Google, la competizione per la distribuzione delle app è come un virus da sopprimere". La reazione di Mountain View viene collegata alla decisione di Epic Games di pubblicare Fortnite su altri app store diversi dal Play Store. La difesa di Google non si è fatta attendere e, come già riportato stamattina, ha bollato il tutto come "una causa senza merito che ignora l'apertura del mondo Android" e dichiarando che la maggior parte dei dispositivi Android viene venduta con "due o più app store".

