La parabola di OnePlus: da flagship killer a brand all'interno di Oppo

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
La parabola di OnePlus: da flagship killer a brand all'interno di Oppo

A fine 2013 Pete Lau, già Vicepresidente di Oppo, lasciò l'azienda per fondare, assieme a Carl Pei, OnePlus, una startup indipendente che nel giro di pochi mesi fece parlare di sé grazie alla partnership con l'altrettanto arrembante Cyanogen Inc. e con una campagna marketing molto aggressiva, sia a livello di comunicazione che di prezzo (i 299€ di OnePlus One da 64 GB rimangono una delle migliori offerte di sempre).

Da allora l'azienda è passata da flagship killer, lo slogan che ne ha accompagnato gli anni degli esordi, a flagship only, ovvero è diventata un brand che cerca, con i suoi modelli di punta, di competere in tutto e per tutto con la concorrenza più blasonata, con buona pace del prezzo che non è certo più concorrenziale come in passato.

[sentence_sx]Da flagship killer ad flagship only il salto è stato troppo breve?[/sentence_sx]

C'è riuscita? Probabilmente non del tutto.

Partendo da zero (seppure con dei solidi investitori alle spalle, come vedremo a breve) OnePlus si è fatta conoscere a livello globale, ed i suoi ultimi top di gamma hanno ricevuto buone recensioni un po' in tutto il mondo e sono stati appaiati a quelli dei più noti Samsung, Apple e Co. OnePlus si è particolarmente impegnata negli ultimi anni per migliorare il suo comparto fotografico, forse l'unico tallone d'Achille rimastole, ma senza arrivare al livello di molti top rivali, e la recente partnership con Hasselblad è probabilmente l'esempio più lampante di questo suo sforzo.

Ed ora che la sua parabola da flagship killer a flagship only si è conclusa, senza aver centrato del tutto quest'ultimo obiettivo (come conferma anche il lancio di una serie più economica, la linea Nord, fascia dalla quale OnePlus sembrava voler stare alla larga) arriva il ritorno alle origini, chiudendo idealmente un cerchio avviato quasi 8 anni fa.

Che il legame con Oppo non si fosse mai del tutto spezzato era chiaro fin dall'inizio, tanto che i dubbi sui legami tra le due aziende risalgono già al periodo della fondazione di OnePlus. (Vale la pena ricordare che entrambe le aziende sono sotto la più grande ala di BBK Electronics, una multinazionale della quale fa parte anche Vivo.) OnePlus ha sempre proclamato la propria indipendenza, ma col passare del tempo certe somiglianze con i modelli di Oppo sono diventate sempre più ricorrenti, sia a livello di design che di tecnologie.

Nel frattempo, circa un anno fa, Pete Lau diventa Chief Product Officer di Oppo (pur mantenendo il suo ruolo in OnePlus), e pochi mesi dopo, nell'ottobre del 2020, arriva anche l'addio di Carl Pei, che lascia l'azienda di cui era diventato uno dei volti più in vista, per una nuova avventura in solitaria. Collegando i puntini, non è difficile immaginare che il riavvicinamento con Oppo possa aver inciso sulla sua decisione.

[sentence_dx]L'addio di Carl Pei, col senno di poi, è stato foriero di ciò che è venuto[/sentence_dx]

Come ulteriore prova, ad inizio 2021, Oppo e OnePlus annunciano di aver fuso le proprie divisioni ricerca e sviluppo, e nel marzo del 2021 la OxygenOS, il celebre firmware proprietario di OnePlus, è stato sostituito dalla Color OS di Oppo in Cina. Infine, è notizia dei giorni scorsi un nebuloso post sul forum OP, nel quale Pete Lau annuncia di aver deciso di "integrare ulteriormente la nostra [di OnePlus] organizzazione con OPPO". Cosa significa tutto ciò?

In molti, in Italia e all'estero, hanno riportato la notizia come: "OnePlus si fonde con Oppo", ma questo non è del tutto corretto, perché nessuna delle due aziende ha annunciato nulla del genere, seppure lo si potesse leggere tra le righe.

L'ultima parola sulla vicenda deve ancora essere scritta in effetti, ma in un documento privato condiviso da Evan Blass si legge che "con l'integrazione, OnePlus diventa un marchio all'interno di Oppo, tuttavia continuerà a funzionare come entità indipendente", e questo dovrebbe di fatto essere ciò che avverrà.

Non una fusione propriamente detta, ma una sorta di ritorno alle pre-origini, con Pete Lau che coordinerà lo sviluppo dei prodotti di entrambe le aziende, e farà sì che non ci siano sovrapposizioni e rivalità, ma piuttosto integrazione, sia a livello di tecnologie, che software (la OxygenOS continuerà ad esistere, sui mercati occidentali).

[sentence_sx]you either die a hero...?[/sentence_sx]

La morale di fondo di questa storia pluriennale quindi quale sarebbe? Che OnePlus lo ammetta o no, c'è sempre stato un legame con Oppo, più o meno forte a seconda del momento; la differenza è che quel legame adesso è (quasi del tutto) sotto la luce del sole. E non c'è nulla di male. L'industria del settore è piena di brand e sotto brand: basta guardare a Xiaomi, Huawei o anche la stessa Oppo con Realme, e spesso questo è andato a tutto vantaggio della competizione e quindi dell'utente finale.

Al contempo è chiaro che la OnePlus degli esordi ora sia diventata qualcos'altro, e se citare o meno Batman, a questo punto, lo lasceremo decidere a voi.