Diablo Immortal su Android: la nostra prova in compagnia di ASUS ROG Phone 5

Lorenzo Delli
Lorenzo Delli Tech Master
Diablo Immortal su Android: la nostra prova in compagnia di ASUS ROG Phone 5

"Do you guys not have phone?": è quasi impossibile iniziare un articolo su Diablo Immortal senza citare una frase oramai storica. In occasione del BlizzCon 2018, l'accoglienza che fu riservata alla versione mobile di Diablo fu alquanto fredda. Chi si aspettava notizie più sostanziose a riguardo di Diablo 4 rimase oltremodo deluso, dovendosi "accontentare" di un capitolo per Android e iOS che tra l'altro aveva una certa valenza da un punto di vista di trama all'interno dell'universo di Diablo. Immortal si colloca infatti tra gli eventi del secondo e del terzo capitolo, e mette in campo alcuni dei personaggi e dei villain più celebri della saga.

Sono passati quasi 3 anni dall'annuncio, e il lancio sembra in parte ancora lontano. A fine 2020 si è tenuta una prima alpha tecnica, e anche in questi giorni si sta tenendo un'altra alpha che va ad aggiungere ulteriori contenuti, ampliando allo stesso tempo il bacino di utenza che vi ha accesso.

Prima ancora del lancio però è molto probabile che Blizzard opti per una beta limitata geograficamente. Non è quindi detto che il gioco esce in forma definitiva entro la fine di questo 2021, ma per quello che siamo riusciti a provare proprio grazie all'alpha attuale, Diablo Immortal ha già tutte le carte in regola per essere una vera hit del mobile gaming. Ecco un po' di dettagli a riguardo del gioco che abbiamo approfondito proprio grazie alla nostra prova su ASUS ROG Phone 5.

Video Anteprima

Come si gioca

Diablo Immortal mantiene intatta la classica formula degli action RPG / hack 'n' slash. Si crea un personaggio a scelta tra una delle classi disponibili (noi abbiamo provato in modo approfondito il Monaco) e ci si lancia nell'azione. Con il pollice sinistro si manovra il personaggio. Grazie alla visuale isometrica (la grafica è comunque 3D) è sufficiente un pad virtuale per gestire il movimento. Sulla parte destra dello schermo ci sono tutti gli altri pulsanti azione: le 4 abilità scelte dal giocatore, l'attacco base, una sorta di mossa ultimate che si ricarica con il tempo e il tasto azione, per interagire con eventuali oggetti o persone e per raccogliere oggetti.

Ci sono varie accortezze per rendere il tutto più semplice. Dalle impostazioni ad esempio è possibile scegliere se raccogliere automaticamente gli oggetti (anche in base alla rarità), e ad un certo livello si sblocca l'auto-navigazione del personaggio verso determinati punti di interesse.

La trama vi porterà piano piano a sbloccare tutti gli elementi di gioco e a visitare diverse location, ognuna caratterizzata da un bioma diverso, da missioni secondarie, portali di collegamento e altri elementi tipici. Il sistema di crescita del personaggio è però leggermente diverso da quello a cui siamo abituati. Le abilità si sbloccano da sole, senza sceglierle, e piano piano salgono di livello insieme al personaggio. A rendere le "build" di ogni giocatore diverse l'una dall'altra sono le scelte di queste abilità (alcune più offensive, altre più difensive), gli oggetti e le gemme incastonate. Senza scendere troppo nel dettaglio, tutti i miglioramenti che si applicano agli oggetti leggendari e le varie gemme scovate, comprese quelle leggendarie pensate appunto per gli oggetti della medesima categoria di rarità, si portano con sé fino alla fine.

Se investite, ad esempio, un certo numero di materiali per migliorare il rank di un oggetto leggendario, quando lo cambierete con uno migliore porterete con voi anche il rank dell'oggetto precedente, oltre a tutte le gemme incastonate. Contano quindi non solo gli oggetti, ma anche il vostro grado di progressione con miglioramenti e gemme. Vero è che raggiungendo il level cap si sblocca il sistema Paragon che va a personalizzare ulteriormente il personaggio.

Anche altre dinamiche tipiche della serie sono state riadattate al contesto. Le pozioni si ricaricano con le uccisioni, e ne avete solo 3 a disposizione. I boss più complessi comunque sono suddivisi in fase, e ad ogni cambio rilasciano sfere di vita utili a rimpinguare le scorte. I portali cittadini si evocano con un apposito pulsante nell'inventario, e hanno semplicemente un tempo di ricarica a cui dover sottostare.

Ma è multiplayer?

Sì, nel senso che un po' come dovrebbe essere il quarto capitolo per PC e Console, Diablo Immortal ci proietta in un mondo online dove non è così raro trovare altri giocatori che scorrazzano per le lande, magari per "grindare duro" o anche solo per risolvere qualche quest.

Attenzione però: si tratta di una caratteristica che rende solo il mondo di gioco più vivo. Praticamente mai altri giocatori ci hanno ostacolato durante le nostre missioni, anzi, talvolta vengono addirittura in vostro aiuto. In caso di morte potete usare una pietra di resurrezione con cariche limitate, che vi ri-evoca lì sul posto, o tornare in città. Nel caso passi di lì qualcuno invece, può aiutarvi a tirarvi su in piedi "gratuitamente". Eventi topici della trama ci inseriscono automaticamente in stanze private dove nessun giocatore può disturbarci. E in giro per le varie location del gioco ci sono dungeon, opzionali o legati proprio alla trama, che è possibile affrontare in party affidandoci al matchmaking o ad un classico sistema di amicizie e di gilde. Tranquilli insomma: nessuno vi ruberà gli oggetti da sotto il naso, né tanto meno rovinerà lo svolgersi di una quest.

È adatto a sessioni brevi o solo lunghe?

In questo il team di sviluppo è stato sufficientemente accorto, in modo da conciliare sia chi cerca un gioco da fare nei ritagli di tempo, sia chi invece vuole dedicargli anima e corpo.

Non ci sono sistemi di energia, ricariche o tempi di attesa esagerati. Potete giocarci per ore consecutivamente senza che qualche strana dinamica di gioco vi disturbi. Nulla vi vieta comunque di dedicargli una sessione rapida "da trono", magari per uscire di città e esplorare casualmente a caccia di tesori. Anche i Rift, una modalità endgame su cui torneremo a breve, non richiedono troppo tempo (almeno ai livelli di difficoltà base). Ci volete giocare un quarto d'ora? Scorrazzate un po' in giro per le lande, uccidete qualche mostro e qualche boss, magari vi trovate un evento globale o una quest secondaria e quando siete soddisfatti aprite un portale e tornate in città. Volete passare le prossime due ore a grindare duro? Dateci dentro, nessuno ve lo vieterà.

Endgame

Arrivare alla fine della trama non sarà una cosa così rapida. Le zone da esplorare sono un numero sufficientemente discreto, e alcune via via richiederanno anche un certo livello del personaggio per essere affrontate a dovere.

In ogni caso le attività non mancheranno anche al termine di tutto. Già dai primi boss fight si nota che i dungeon sono fatti per essere rigiocati. I pattern di attacco sono piuttosto complessi, e in alcuni casi sembrano prestarsi perfettamente ad essere affrontati in gruppo più che in solitaria. Ci sono poi i già citati Rift, delle sfide che permettono di potenziarsi grazie a bottini di vario genere e eventuali nuove gemme leggendarie da incastonare nei migliori pezzi di equipaggiamento. Anche il già citato sistema Paragon farà sì che il giocatore continui a dare la caccia a mostri e missioni per sbloccare nuovi potenziamenti. E probabilmente, nella versione definitiva, ci saranno anche raid, PvP e tanto altro.

Ma cosa ci guadagna Blizzard?

Diablo Immortal è a tutti gli effetti un titolo free-to-play, il che, da quanto siamo riusciti a provare con mano, risulta sufficientemente sorprendente. Di contenuti di gioco accessibili ce ne sono veramente molti, e la cura che è stata posta nella sua realizzazione sembra davvero molta.

Genshin Impact, fortunatamente, non è una mosca bianca. Ma su cosa si baseranno quindi gli acquisti in-app? Su valuta premium utile ad acquistare modificatori per i Rift e altre componenti pensate per il potenziamento degli equipaggiamenti. I modificatori servono sostanzialmente a donarvi vari vantaggi durante i Rift, e probabilmente torneranno molto utili per affrontare i livelli di difficoltà più ardui. Almeno mentre affrontate la storia classica, le micro-transazioni non sembrerebbero essere così prominenti. Molto probabile che nella versione finale ci siano anche oggetti cosmetici, ma per il momento è un po' difficile prevedere quanto effettivamente le transazioni influiranno sulla qualità del gioco. C'è anche un Battle Pass. Nell'alpha tecnica non è possibile acquistarlo, ma funziona in modo simile a i battle pass visti in altri videogiochi. Tutti i giocatori possono riscattare ricompense di base, con un sistema di progressione basato su varie attività in gioco. Pagando si sbloccano ricompense extra e ovviamente, in alcuni casi, esclusive.

Grafica e esperienza su ROG Phone 5

Come accennato, la visuale di gioco è isometrica, ma le ambientazioni, i personaggi e gli avversari sono tridimensionali. E il livello di dettaglio non è affatto banale. Effettivamente guardando le immagini da più vicino si notano talvolta modelli un po' spigolosi, ma in generale il colpo d'occhio è notevole. A sorprendere sono ad esempio le animazioni dei personaggi, gli effetti di luce dinamica derivanti dall'uso di poteri e abilità o ancora i tantissimi dettagli del mondo di gioco, completamente accessori, ma utili a rendere il tutto più vivo. Così come altri titoli mobile, anche Diablo Immortal vanta grafica scalabile, in modo da adattarsi a quanti più dispositivi possibile. Con lo smartphone a nostra disposizione (ROG Phone 5) ci abbiamo giocato a dettagli Ultra a 60 frame al secondo. Davvero niente male insomma, e non è da escludersi che in futuro arrivi il supporto anche per frame rate più elevati.

L'ultimo arrivato tra gli smartphone gaming di ASUS è ovviamente ciò che di meglio potevamo sfruttare per provare un gioco del genere.

Da una parte l'ampio schermo e, soprattutto, gli speaker stereo frontali rendono l'esperienza estremamente appagante. Dall'altra, l'hardware a disposizione sembra quasi un overkill rispetto a ciò che basterebbe per giocarci. Lo schermo può andare a 144 Hz, anche se di fatto il frame rate massimo è di 60 frame al secondo. Lo Snapdragon 888 fa il suo dovere, ma si tratta pur sempre di un gioco in sviluppo già da anni che girava con risultati soddisfacenti anche su hardware di 3 anni fa.

Ci sono però altri vantaggi niente male. Usare i controller fisici, specialmente se quelli realizzati dalla stessa ASUS, è estremamente semplice anche nel caso in cui il gioco non li supporti. E teoricamente Diablo Immortal per il momento non li supporta! Con Game Genie, la parte software dei ROG Phone però, non ci sono grossi problemi. Come potete vedere nella video anteprima linkata all'inizio dell'articolo, si può giocare tranquillamente con il controller. Sono sufficienti pochi secondi per assegnare i tasti virtuali a quelli fisici.

Anche senza svenarsi troppo, si può optare per un AeroActive Cooler 5 che aggiunge comunque dei pulsanti fisici (comodo ad esempio per l'attacco di base e interazione) oltre ad un sistema di raffreddamento attivo. In ogni caso, Diablo Immortal, così come League of Legends Wild Rift, Call of Duty Mobile, il futuro PUBG: NEW STATE, Fortnite e Genshin Impact, danno sempre più senso all'esistenza (e all'acquisto) di un gaming phone.

Conclusioni: un gioco Blizzard a tutti gli effetti

Quello che forse ci ha colpito maggiormente è che Diablo Immortal è a tutti gli effetti un gioco Blizzard. Il fatto che allo sviluppo abbia contribuito NetEase, publisher e sviluppatore cinese di titoli di enorme successo, non ha influito sulla qualità del titolo. E attenzione, con qualità non intendiamo che ciò che fa di solito NetEase non sia di buona fattura: è che si tratta, la maggior parte delle volte, di prodotti destinati ad un mercato diverso dal nostro, con dinamiche e gusti che non sempre si sposano con quelli occidentali.

Diablo Immortal invece, per quanto presenti meccaniche differenziate rispetto ai suoi predecessori, è comunque un Diablo a tutti gli effetti. I personaggi sono caratterizzati e doppiati con cura, ci sono tavole animate e narrate che accompagnano gli eventi cardine della trama, oltre ovviamente a tanti agganci alla lore di Diablo. Insomma, il fatto di essere un gioco mobile non lo rende banale o privo dell'attenzione riservata solitamente a tripla A per PC e Console. Non rimane che attendere speranzosamente l'uscita in pianta stabile su Android e iOS sperando che la direzione intrapresa da Blizzard venga mantenuta.

Recensione ASUS ROG Phone 5