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Google non vuole guerre: Android 12 renderà la vita più semplice agli app store di terze parti

Vincenzo Ronca
Vincenzo Ronca
Google non vuole guerre: Android 12 renderà la vita più semplice agli app store di terze parti

Ha fatto sicuramente rumore la vicenda che ha coinvolto Epic Games, Apple e in minima parte Google, centrata sulla questione degli acquisti in-app e sulle relative commissioni. Nelle ultime ore Google ha aggiornato la policy di utilizzo del suo Play Store, rendendo più chiari alcuni concetti fondamentali per gli sviluppatori di terze parti.

Google ha espresso in maniera più chiara il fatto che tutti gli sviluppatori di terze parti che si avvalgono del Play Store per offrire le loro app che prevedono acquisti in-app devono affidarsi al sistema di pagamenti di Google, il quale prevede delle commissioni a favore della stessa Google. Esattamente come indicato dalla policy di Apple per il suo App Store. D'altra parte, Google ha comunicato che con l'arrivo di Android 12 renderà ancora più semplice usare gli store delle app di terze parti.

[sentence_sx]Chi non è d'accordo con la policy Google potrà comunque affidarsi a store di terze parti.

[/sentence_sx]Quest'ultimo punto è di fondamentale importanza: tutti gli sviluppatori di terze parti che non saranno d'accordo con il sistema di pagamenti di Google, e delle commissioni che implica, potranno affidarsi a store di terze parti per continuare a distribuire i propri prodotti su Android. Questo è stato esplicitamente sottolineato da Google, ed è anche già avvenuto proprio nella vicenda che ha coinvolto Epic Games.

In questo contesto, Google ha anche chiarito la posizione della tipologia di app che hanno modificato le loro modalità di vendita di beni e servizi dopo il dilagare della pandemia, come Airbnb e ClassPass: per Google queste app potranno continuare ad appoggiarsi al Play Store per commercializzare i loro servizi senza dover aderire alla policy relativa al sistema di pagamenti almeno per i prossimi 12 mesi. Diversa è stata la posizione di Apple, la quale ha richiesto le classiche commissioni alle app in questione.

Fonte: The Verge