Diaspora dei produttori locali cinesi. Ora Huawei è veramente sola nella tempesta (aggiornato: AMD ancora di salvezza?)

Giovanni Bortolan
Giovanni Bortolan
Diaspora dei produttori locali cinesi. Ora Huawei è veramente sola nella tempesta (aggiornato: AMD ancora di salvezza?)
Aggiornamenti

Il cammino di Huawei è in salita. Una salita ripidissima dalla quale cima il governo degli Stati Uniti si diverte a lasciar cadere dei sassolini. Col passare del tempo abbiamo avuto modo di raccontare i numerosi ostacoli derivanti dal divieto USA, che di sicuro non hanno contribuito al buonumore dei piani alti del colosso cinese, che tuttavia non vuole saperne di alzare bandiera bianca.

Il colpo di grazia potrebbe però arrivare a brevissimo. Da sempre fiancheggiata dai propri partner commerciali cinesi, Huawei potrebbe vedersi tagliata fuori da qualsiasi rapporto commerciale con ditte manifatturiere locali. Secondo Digitimes, tali aziende hanno già sospeso in toto la fornitura di chip e altri componenti da qualche giorno, comprese quelle che permettevano a Huawei di produrre alcuni pezzi in casa.

Il movente di tale scelta da parte delle aziende locali coinciderebbe con il timore di uscire dalle grazie degli USA, enorme e prezioso (forse troppo) cliente.

Se l'indiscrezione dovesse rivelarsi fondata, Huawei starebbe letteralmente remando contro l'intero mondo in una tempesta dalla quale, onestamente, pare quasi impossibile uscire.

Quali sono le implicazioni a breve termine di tutto ciò? Secondo molti i giorni che ci separano dalla chiusura totale dell'azienda sono pressoché contati, mentre secondo altri a rischio sarebbe solamente l'uscita della nuova gamma Mate 40 (possibile un posticipo al 2021).

Aggiornamento 18/09/2020

Un timido barlume di speranza si è acceso nelle ultime ore in seguito alle dichiarazioni di Forrest Norrod, vice presidente di AMD. Forrest ha infatti dichiarato come l'azienda abbia ottenuto il via libera da parte del governo degli Stati Uniti per vendere i propri prodotti ad alcune delle aziende introdotte nella cosiddetta US Entity List (all'interno della quale risulta proprio Huawei).

Sebbene non siano state specificate quali siano quest'ultime, tale avvenimento è importante perché rappresenta di fatto la prima vittoria delle aziende che fanno pressione sul governo USA. Per ovvie ragioni commerciali infatti a molti produttori fanno comodo i clienti cinesi. Dunque, a prescindere dalla presenza o meno di Huawei nella lista delle deroghe, non sarebbe una sorpresa vedere ulteriori accordi di questo tipo in futuro, e chissà che qualcuno di questi non coinvolga proprio il colosso cinese.