Il governo USA espande il ban contro Huawei: bloccato anche lo sviluppo e la fornitura di chip (aggiornato: replica Huawei)

In Cina è già pronta la ritorsione contro Apple, Cisco e Qualcomm?
Roberto Artigiani
Roberto Artigiani
Il governo USA espande il ban contro Huawei: bloccato anche lo sviluppo e la fornitura di chip (aggiornato: replica Huawei)

L'amministrazione Trump ha da poco emanato una nuova legge per impedire a Huawei di rifornirsi di microchip realizzati con tecnologia statunitense. La decisione era in via di definizione dallo scorso novembre, quando negli USA ci si è resi conto che il ban conteneva un buco riguardo questo argomento. Le nuove regole del Dipartimento del Commercio sono entrate immediatamente in vigore, Huawei non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito.

La notizia ha colpito le borse occidentali e in particolare i titoli dei produttori americani di chip. La Cina ha reagito rapidamente: in un quotidiano vicino all'organo di stampa del Partito Comunista Cinese si parla della possibilità di inserire le maggiori aziende tecnologiche americane in una "lista di entità non affidabili". La ritorsione potrebbe comportare l'avvio di ispezioni e l'imposizione di restrizioni contro Apple, Cisco System e Qualcomm, ma anche portare alla sospensione di acquisti di aeromobili Boeing.

Come riportato da Reuters, i falchi dell'amministrazione Trump con questa mossa hanno voluto bloccare gli sforzi di Huawei di aggirare i controlli sulle esportazioni su componenti che sono il frutto di tecnologie strategiche USA.

Da quanto si legge infatti nella nota ufficiale, l'azienda cinese avrebbe continuato ad utilizzare software americano per progettare semiconduttori, commissionandone la produzione all'estero con l'uso di tecnologie statunitensi.

Aggiornamento

Abbiamo parlato della notizia anche nel nostro podcast, SmartWorld News

Aggiornamento 18 maggio 2020, ore 20:00

Le nuove misure dell'amministrazione Trump stanno avendo le prime conseguenze: il maggior fornitore di chip, TSMC, è stato costretto a chiudere la fornitura di semiconduttori a Huawei. Il presidente dell'azienda cinese, Guo Ping, ha dichiarato che "la decisione è totalmente arbitraria, pericolosa e minaccia l'industria mondiale. [...] Le nuove regole minano l'espansione e l'operatività di network del valore di miliardi di dollari sparsi in più di 170 Paesi. [...] Nel lungo periodo non danneggerà solo Huawei, ma l'intera industria dei semiconduttori, comprese le compagnie americane".

Su WeChat Ping ha poi reso più esplicito il suo pensiero scrivendo che "le motivazioni di sicurezza sono solo una scusa" usata contro l'azienda perché "colpevole di minacciare l'egemonia tecnologica degli USA". Già anni fa Huawei aveva ipotizzato di poter acquistare processori da Samsung in caso di necessità, ad ogni modo ora pare stia cercando possibili soluzioni direttamente in casa. Il produttore SMIC infatti ha recentemente ricevuto un investimento da 2,2 miliardi di dollari dal governo cinese, però rimane troppo piccolo e poco attrezzato per produrre processori ad altissima tecnologia, come quelli realizzati da HiSilicon.

Ad ogni modo, venerdì scorso il governo USA ha prolungato ancora una volta la licenza provvisoria fino ad agosto 2020, lasciando però intendere che potrebbe trattarsi dell'ultima proroga.