Google rafforza sicurezza e trasparenza nel suo Play Store a tutela degli utenti

Federica Papagni
Federica Papagni
Google rafforza sicurezza e trasparenza nel suo Play Store a tutela degli utenti

Come il proprietario di un negozio si preoccupa di offrire ai suoi clienti dei prodotti sicuri e di qualità, allo stesso modo Google si comporta con il suo Play Store. L'azienda di Mountain View ha annunciato, infatti, una serie di modifiche alle norme riguardanti l'accesso alla posizione e gli abbonamenti in-app.

La parola d'ordine è la trasparenza. Infatti, a partire dal 16 giugno i termini e le condizioni degli abbonamenti e delle prove gratuite dovranno essere ben esplicitati nei dettagli dell'app, così da offrire agli utenti informazioni circa il prezzo dell'abbonamento e il suo ciclo di fatturazione, la prova gratuita e le offerte promozionali (insieme alla loro durata) e la modalità per procedere all'annullamento.

Così facendo Google ha intenzione di ridurre il rischio di abbonamenti ingannevoli e, inoltre, si è presa in carico il compito di introdurre delle nuove funzionalità nel Play Store, che facciano in modo che l'utente venga avvisato per tempo tramite email della scadenza di una versione gratuita o di un'offerta oppure della necessità di rinnovare l'abbonamento di tre, sei o dodici mesi.

Ricorderà, inoltre, agli utenti che disinstallando l'app non si correrà il rischio di perdere il proprio abbonamento.

Invece, per quanto riguarda l'accesso alla posizione già a febbraio avevamo parlato dello sviluppo da parte di Google di un nuovo modo per valutare i permessi di localizzazione prima che le app vengano pubblicate, finalizzato a controllare in maniera più rigida la gestione dei permessi per ridurre quanto più possibile il rischio di abusi. Google ha tenuto a ricordare agli sviluppatori che il nuovo processo di approvazione della posizione in background entrerà in vigore ad agosto 2020.

Grazie a queste nuove norme gli utenti potranno più facilmente decidere a quali app consentire l'utilizzo della posizione e inoltre comprendere appieno a che cosa si stanno abbonando.

Via: The Verge