La scritta sulle confezioni di Mi 10 Pro accende le polemiche in Cina, e Xiaomi tenta di incolpare Google

Una strategia di marketing ben precisa
Enrico Paccusse
Enrico Paccusse
La scritta sulle confezioni di Mi 10 Pro accende le polemiche in Cina, e Xiaomi tenta di incolpare Google

"Con accesso semplice alle applicazioni Google che utilizzi più spesso" - questa è la scritta che campeggia in bella vista, proprio sotto il nome dello smartphone, nella confezione di vendita di Mi 10 Pro.

L'obiettivo è molto chiaro, e anche il riferimento: Xiaomi vuole distinguersi da Huawei, e per farlo ha deciso di puntare su una caratteristica importante per il pubblico europeo, ovvero le applicazioni Google.

Già da tempo infatti, Huawei non ha più accesso ai servizi della società americana a causa del ban imposto dal governo statunitense. Dunque, nella lotta con P40, quale arma migliore per Xiaomi?

Dopo un inizio bomba per Mi 10 in Cina, la società non vuole lasciarsi sfuggire il mercato del vecchio continente, su cui Huawei stava facendo faville. In un 2020 magro per tutti, l'obiettivo terzo posto è alla portata di Xiaomi.

Aggiornamento 07/04/2020

A quanto pare, i cinesi non hanno apprezzato il comportamento di Xiaomi, identificato come un chiaro tentativo di screditare una società connazionale.

Tanto che la società è stata costretta nelle scorse ore a diramare un comunicato ufficiale su Weibo in cui si è dichiarata non colpevole ma semplicemente conforme alle nuove linee guida di Google, effettive a partire dal lancio Mi 10 Pro, che le hanno imposto di aggiungere la scritta incriminata (un po' come già succede con "powered by Android").

Ma non è finita qui: la stessa Xiaomi, dopo alcune ore, ha confessato a XDA tramite un portavoce che tali linee guida risultano essere in realtà di vecchia data. Scavando un po', XDA ha effettivamente appurato che le condizioni imposte da Google ai propri partner non prevedono l'obbligo di apporre la scritta, ma una semplice raccomandazione (valida nel caso il produttore preinstalli una serie di applicazioni solitamente al di fuori del pacchetto standard: Google Podcast, Calendar, ecc.).

Da una parte, la società ha dunque voluto tranquillizzare il pubblico cinese facendo passare la scelta come un'imposizione da parte di Google. Dall'altra, alla redazione internazionale di XDA, ha rivelato che si tratta di accordi pre-esistenti, e comunque non obbligatori. Una situazione paradossale, a cui Xiaomi ha contribuito con la confusione fatta nei vari comunicati stampa, in netta contraddizione tra loro. Qualcuno ha bisogno di un reparto di PR più attento?

Via: Gizchina
Xiaomi Mi 10

Xiaomi Mi 10

  • Display 6,67" FHD+ / 1080 x 2340 PX
  • Fotocamera 108 MPX ƒ/1.7
  • Frontale 20 MPX ƒ/2.0
  • CPU octa 2.84 GHz
  • RAM 8 GB
  • Memoria Interna 128 / 256 GB
  • Batteria 4780 mAh
  • Android 10
Xiaomi Mi 10 Pro

Xiaomi Mi 10 Pro

  • Display 6,67" FHD+ / 1080 x 2340 PX
  • Fotocamera 108 MPX ƒ/1.7
  • Frontale 20 MPX ƒ/2.0
  • CPU octa 2.84 GHz
  • RAM 8 GB
  • Memoria Interna 256 GB
  • Batteria 4500 mAh
  • Android 10
Huawei P40

Huawei P40

  • Display 6,1" FHD+ / 1080 x 2340 PX
  • Fotocamera 50 MPX ƒ/1.9
  • Frontale 32 MPX ƒ/2.0
  • CPU octa 2.86 GHz
  • RAM 8 GB
  • Memoria Interna 128 GB Espandibile
  • Batteria 3800 mAh
  • Android 10