Ecco la strategia di Huawei per sopravvivere al divieto di usare servizi e app Google

Roberto Artigiani
Roberto Artigiani
Ecco la strategia di Huawei per sopravvivere al divieto di usare servizi e app Google

Da quando lo scorso anno il governo USA ha vietato alle aziende statunitensi di fare affari con Huawei, l'azienda cinese non ha più potuto utilizzare le app e i servizi di Google, fortemente apprezzati e richiesti nei mercati occidentali. A lungo si è parlato delle probabili strategie per sopravvivere al ban e oggi è emersa una nuova strada.

Stando a quanto riportato dal sito russo MobileTelefon, pare che Huawei avrebbe tenuto un incontro a porte chiuse con alcuni rappresentanti dei media dell'Europa Orientale. In questa sede riservata, avrebbe mostrato un report in cui veniva illustrato un piano per continuare a commercializzare dispositivi equipaggiati con Android (in versione AOSP) dotati di una serie di app pre-installate.

Queste sarebbero scelte tra quelle che non fanno uso dei Google Mobile Services e rappresentare una valida alternativa ai servizi di Mountain View. In pratica per ogni Paese occidentale verrebbero selezionate fino a 70 app pre-installate per rimpiazzare i vari YouTube, Gmail, Google Maps, ecc. personalizzate sulla base degli interessi locali.

Non molto tempo fa si era parlato dell'accordo stilato con TomTom proprio per realizzare un'applicazione alternativa a Maps, e in effetti Huawei può provare a spingere gli utenti verso la sua App Gallery (in sostituzione del Play Store) e le sue app alternative, però rimangono i dubbi sulla validità di questi sostituti, soprattutto per alcuni servizi su cui Google ha costruito nel tempo una vera e propria egemonia.

Secondo il report questa strategia potrebbe essere adottata per tutti gli smartphone che verranno lanciati quest'anno a livello internazionale tra cui sono previsti almeno otto modelli (compresi i prossimi tre P40, P40 Lite e P40 Pro). Non possiamo però non notare che su tutta questa operazione incombe una pesante ombra, detta in una parola: bloatware.

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Via: WinFuture
Fonte: MobilTelefon