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I giovani italiani odiano Google Family Link (ed i loro genitori la amano)

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
I giovani italiani odiano Google Family Link (ed i loro genitori la amano)

Family Link è il servizio di controllo parentale di Google, destinato (in teoria) ai minori di 14 anni in Italia (ma nulla vieta di usarla anche su ragazzi più grandi). Ci sono due app di Family Link sul Play Store: una dedicata ai genitori, e l'altra da installare sul telefono dei figli. Collegando le due, dalla prima è possibile impostare dei limiti sugli smartphone dove sia installata la seconda.

Potete ad esempio tenere sotto controllo il tempo di utilizzo generale, ed impedire che una certa app possa essere utilizzata più di un tot di minuti al giorno. Oppure potete tracciare in qualsiasi momento la posizione dei telefoni collegati, o approvare/bloccare le app scaricate dal Play Store, inclusa l'autorizzazione o meno agli acquisti in-app. È addirittura possibile nascondere app specifiche da remoto sul telefono dei propri figli. C'è insomma un grande controllo nelle mani dei genitori, e sia chiaro che i figli non possono disinstallare Family Link dal proprio smartphone (non senza l'autorizzazione di mamma e papà).

Inutile dire che i genitori hanno apprezzato molto tutte queste possibilità, conferendo all'app un punteggio medio di 4,5, con oltre 200.000 review. Sull'app per "bambini e adolescenti" invece i commenti sono di tutt'altro tono, con una media di appena 1,7 punti (ma solo 25.000 review).

"Vorrei dare zero ma non si può", "quest'app rovina l'adolescenza", "questa è invasione della privacy .Ti blocca il telefono e non riesci a fare più niente però io ho trovato il modo di acherarlo", "ormai ho 11, so gestirmi", "quest app si dovrebbe chiamare rovina ragazzi 2.0", "ho 14 anni e non ho più libertà, google ti odio", "quest'app è il motivo per cui adesso preferisco bing". I commenti poco lusinghieri nei confronti dell'app e di Google stesso sono insomma la netta maggioranza insomma, al punto che, scorrendoli rapidamente, è molto difficile che ne troviate qualcuno con più di una sola stella (salvo qualche sporadico commento di un genitore).

Ma c'è anche chi dà dei suggerimenti: "voi volete solo soldi quindi se voi rimuovete questa cosa fareste più soldi perchè più gente sarà online( io il consiglio ve ľ ho dato se poi fra qualche anno tutti passano a IOS non venite a lamentarvi da me)" e chi la prende con filosofia "Applicazione stupefacente. Mio padre la sta usando sul mio tablet. Devo ammettere che è un po' fastidiosa, però funziona benissimo. Complimenti." e chi invita all'esame di coscienza "Insomma chiedetevi perché i vostri genitori non vi ritengono abbastanza responsabili..."

L'eterna lotta tra genitori e figli si è insomma solo spostata sul digitale, come del resto buona parte dell'era moderna, ma se ci pensate bene i motivi del contendere sono sempre quelli: libertà, privacy, autodeterminazione. Non sta certo a noi fare da arbitri in una diatriba che probabilmente non avrà mai fine.

I genitori oppressivi ci sono sempre stati, così come i figli irresponsabili. E tutti noi siamo stati l'uno e l'altro nelle varie fasi della vita. Ecco, forse la morale è proprio questa: ricordarci di chi eravamo, o di chi diventeremo. O forse non c'è alcuna morale ed è semplicemente un conflitto generazionale divenuto pubblico, laddove prima i panni si lavavano in casa.