I File Manager di Android dovranno chiedere il permesso a Google per esistere (foto e video)

Matteo Bottin
Matteo Bottin
I File Manager di Android dovranno chiedere il permesso a Google per esistere (foto e video)

Ricordate la storia dei vincoli a SMS e chiamate introdotti da Google lo scorso anno e applicati alle app pubblicate sul Play Store? Una storia simile si è ripetuta con la funzionalità Scoped Storage introdotta con la Beta 2 di Android 10. Nella pratica, gli sviluppatori non potevano aver accesso a tutta la memoria interna del telefono ma solamente a quella relativa alla propria app.

Per accedere ad altre parti della memoria, l'app deve richiedere il permesso READ_EXTERNAL_STORAGE delle API MediaStore, ma questo permesso si riferisce solamente a foto, video e audio posizionati in località specifiche definite all'interno dell'API.

Va da sé che le app file manager, per come stanno le cose, non possono funzionare. E quindi, che soluzioni abbiamo? Una delle opzioni disponibili è l'utilizzo delle API Storage Access Framework (SAF). Purtroppo, però, queste API forniscono prestazioni scadenti, hanno una pessima documentazione e sono poco affidabili.

Un'altra opzione viene fornita da Google, e arriverà con Android 11 (ricordiamo che gli sviluppatori hanno tempo fino al 1° novembre 2020 per preparare le proprie app a gestire Android 10).

Tuttavia, si tratta di una opzione semplicemente assurda, ma che è l'unica al momento disponibile.

Come presentato nel video che trovate a fine articolo (minuto 9:01), accessi speciali verranno forniti da Google alle app che proveranno di avere "chiaro bisogno" di accedere alla memoria interna del dispositivo. Come è possibile ricevere questi accessi? Semplice: compilando un modulo di dichiarazione e inviandolo a Google.

Insomma, a partire dal prossimo anno i file manager presenti nel Play Store potrebbero cambiare completamente. Sì, perché uno dei vincoli presentati da Google è la impossibilità di accedere a cartelle di app esterne. Insomma, dovrete dire addio alle mod.