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Grossi guai per ai.type: la celebre tastiera sottoscriveva abbonamenti salati senza il consenso degli utenti (foto)

Seppur rimossa dal Play Store, l'app ha continuato a fare danni sui dispositivi in cui rimaneva installata. Va dunque rimossa immediatamente, per evitare ulteriori problemi.
Edoardo Carlo
Edoardo Carlo
Grossi guai per ai.type: la celebre tastiera sottoscriveva abbonamenti salati senza il consenso degli utenti (foto)

La nota tastiera ai.type torna a far parlare di sé per problemi legati alla sicurezza, ma questa volta la questione è ancora più seria e preoccupante. Se infatti un paio di anni fa era salita agli onori della cronaca per una falla di sicurezza che aveva esposto i dati di 31 milioni di utenti, ora l'app si è macchiata di qualcosa di ben più grave: attività illecite, finalizzate a sottrarre denaro agli ignari utenti.

Verso il mese di giugno, erano stati rilevati movimenti sospetti legati ad ai.type, che dunque era stata prontamente rimossa dal Play Store. Ciò però non ne ha fermato i loschi traffici, che anzi si sono intensificati proprio tra luglio e agosto, dato che la rimozione dal Play Store non comporta la disinstallazione automatica dai dispositivi in cui era presente. Si parla di decine di milioni di dispositivi, che sono stati vittima di vere e proprie truffe.

L'app infatti era in grado di generare clic fantasma, grazie ai permessi ottenuti in fase di installazione, con la conseguenza di sottoscrivere gli utenti – senza il loro consenso – ad abbonamenti decisamente salati. Si stima che l'app avrebbe potuto sottrarre fino a 18 milioni di dollari grazie alle sue attività illecite, che risultano tuttora in essere, seppur in misura molto ridotta rispetto al picco di luglio, grazie alle contromisure di Secure-D.

Se dunque avete il sospetto che qualche vostro dispositivo possa avere ai.type fra le app installate, il consiglio è di rimuoverla immediatamente, onde evitare spiacevoli sorprese. I Paesi più colpiti dalla truffa risultano Brasile ed Egitto, ma in misura minore anche altri sono interessati alla problematica.

Fonte: Upstream