In Android R (e successivi) non servirà nemmeno sbloccare il bootloader per far girare Android stock

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
In Android R (e successivi) non servirà nemmeno sbloccare il bootloader per far girare Android stock

Il titolo è un po' tecnico-criptico, ma le sue implicazioni sono per tutti. Per comprenderlo bene, dobbiamo rifarci ad un articolo di XDA di fine gennaio, nel quale venivano illustrate due novità di Android QDynamic Android e Android On Tap.

Dynamic Android offre un meccanismo per usare temporaneamente una GSI, una generica immagine di sistema, ovvero una build stock di Android; che sui device con Project Treble (ormai tutti) può girare senza problemi. Android On Tap dialoga invece con le app di sistema, affinché questa build temporanea sia funzionante correttamente.

Dopo l'installazione il dispositivo può essere riavviato con la nuova immagine, che avrà una sua partizione /data dedicata, ma riavviando mentre è in esecuzione questa GSI "temporanea" ritornerete al sistema originale. I dati in questione sono però solo disabilitati, e non cancellati (a meno che l'utente non decida altrimenti), in modo da poter riprendere il lavoro da dove lo avevate lasciato.

Come notato ora da Mishaal Rahman, capo-editore di XDA, Google sta pensando ancora più in avanti di così. Sono infatti già state aggiunte nei server dell'azienda le chiavi pubbliche per le GSI di Android R ed Android S, che grazie ad Android on Tap non avranno nemmeno bisogno di un bootloader sbloccato per essere installate.

Al di là dei benefici per gli smanettoni, che potranno così provare le GSI con la massima semplicità, questo dovrebbe semplificare anche lo sviluppo da parte dei vari OEM, che sulla base di dette GSI potranno aggiungere le proprie personalizzazioni, testandole praticamente al volo sui propri dispositivi. Tutto ciò a condizione che questa funzione sia disponibile nelle personalizzazioni di Android Q che i vari OEM apporteranno. In altre parole, passerà ancora diverso tempo prima di scoprirlo, ed un po' come tutti i (tanti) sforzi di Google per velocizzare gli aggiornamenti, la sua reale efficacia è di difficile interpretazione.