WhatsApp diffida alcune app di terze parti dall'utilizzo di funzionalità che violano i termini legali (foto)

Le app in questione sono Can't Talk e DirectChat, ma non è escluso che anche altre siano interessate dal nuovo giro di vite.
Edoardo Carlo
Edoardo Carlo
WhatsApp diffida alcune app di terze parti dall'utilizzo di funzionalità che violano i termini legali (foto)

WhatsApp è tutt'altro che una piattaforma open source e da sempre si è mostrata piuttosto ostile verso app di terze parti che basassero il loro funzionamento sul più celebre servizio di messaggistica istantanea. In passato gli interventi erano consistiti nel cambiamento di API proprietarie, per inibire quelle app che ne facessero uso. Questa volta invece la piattaforma di proprietà di Facebook ha inviato una serie di lettere di diffida ad almeno un paio di app di terze parti.

Ci riferiamo a Can't Talk e DirectChat, app che pur non utilizzando API proprietarie – anzi fondano il proprio funzionamento su API native di Android – offrono funzionalità aggiuntive a quelle integrate di base in WhatsApp, violandone i termini legali. I vertici dell'azienda evidentemente non intendono più tollerare l'esistenza di app di questo tipo e le lettere Cease & Desist inviate ne sono la manifestazione più chiara possibile.

WhatsApp ha infatti invitato queste app a rimuovere le funzionalità legate a WhatsApp stessa a tempo indeterminato, minacciando di adire le vie legali nel caso l'avvertimento venisse ignorato. Solo il tempo ci dirà se la faccenda riguardi molte altre app di terze parti, o se sia circoscritta soltanto a questi due casi specifici.