Gli sviluppatori possono escludere dal Play Store le app che non passino SafetyNet: ecco come ha fatto Netflix!

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Gli sviluppatori possono escludere dal Play Store le app che non passino SafetyNet: ecco come ha fatto Netflix!

Qualche giorno fa ha fatto scalpore il fatto che l'app di Netflix non fosse più disponibile nel Play Store, ma solo per i dispositivi con permessi di root. In molti si sono chiesti come avesse fatto Netflix ad ottenere un simile risultato, dato che non si tratta di un blocco interno all'app stessa (se ne installate l'apk da terze parti funziona benissimo), ma semplicemente è scomparsa l'app dal Play Store solo per utenti con i permessi di root. Il mistero è stato risolto al Google I/O, quando è venuto fuori che questo è possibile grazie ad una nuova funzione della Console per sviluppatori.

C'è infatti una nuova opzione, chiamata Device Catalog, che consente agli sviluppatori di escludere i dispositivi sulla base delle loro specifiche (RAM, SoC, ecc.) ed anche in base al fatto se abbiano o meno superato il test SafetyNet. In realtà le opzioni precise sono tre: non escludere alcun dispositivo sulla base di SafetyNet, escludere quelli che non lo passino o escludere questi ultimi ed anche quelli non certificati da Google.

Il controllo avviene durante la navigazione sul Play Store, non quando installate l'app stessa, ed il suo solo effetto è quello di mostrare o meno l'app sullo store di Android; per questo motivo il sideload non è intaccato da questa funzione, che in pratica riguarda solo il Play Store.

Di per sé questo non rappresenta quindi certo un problema insormontabile, soprattutto per gli utenti più esperti (ovvero, si suppone, coloro che abbiano i permessi di root), ma è comunque un ulteriore segno di quanto Google prenda sul serio il fattore sicurezza, e custom ROM e permessi di root sono quindi suoi potenziali "nemici". Grazie a questa nuova opzione della Console, uno sviluppatore potrebbe, ad esempio, nascondere le sue app sul Play Store a tutti i dispositivi con root, custom ROM e non certificati (vedi ad esempio tanti smartphone cinesi, anche di produttori famosi come Meizu).

Non sarà insomma questa la pietra dello scandalo, ma se la sommate ad altri "sassolini", potrebbe venirne fuori una frana, alla fine.