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Privacy Assistant risolve il problema della gestione dei permessi, ma ancora con diversi limiti (foto)

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Privacy Assistant risolve il problema della gestione dei permessi, ma ancora con diversi limiti (foto)

Secondo un sondaggio condotto nel lontano 2012, solo il 17% dei partecipanti ha dichiarato di stare attento ai permessi delle app, e di questi solo il 3% è stato in grado di rispondere a domande precise in merito. Android permette fin da Marshmallow una gestione capillare di questi permessi, dandovi la possibilità di decidere, app per app, a quali caratteristiche del vostro smartphone volete dare loro l'accesso. Ma quanti di voi stanno davvero attenti a queste cose? Dovendo rispondere a intuito, le percentuali del sondaggio, per quanto datato, continuano a sembrarci credibili.

Se pensate a quanti permessi può richiedere una singola app, diciamo anche solo 3 in media, e lo moltiplicate per il numero di app installate sul vostro smartphone, capirete come in effetti sia facile avere a che fare con un gran numero di permessi da gestire, che forse non tutti hanno il tempo e la voglia di scandagliare, col risultato che, di fronte ad un'app che chiede "posso accedere a...", la risposta è quasi sempre sì.

Dunque, pur avendo in mano la soluzione, non c'è in realtà una soluzione pratica al problema?

Se lo deve essere chiesto anche un gruppo di ricercatori della Carnegie Mellon University, che ha da poco rilasciato l'app Privacy Assistant sul Play Store, al momento disponibile solo per dispositivi con i permessi di root, e non ancora in Italia (ma l'intento è quello di allargare queste restrizioni in futuro). Privacy Assistant vuole quindi risolvere il problema della gestione dei permessi, e per fare questo vi sottopone prima un piccolo quiz per capire che tipo di utenti siete. Vi causa problemi che i social media o le app finanziarie sappiano la vostra posizione? I vostri contatti devono restare solo vostri? In base alle risposte date, e dopo aver scansionato le app installate sullo smartphone, Privacy Assistant vi dice quali sono quelle che potrebbero violare i vostri propositi, differenziando però quando un permesso è strettamente necessario al funzionamento dell'app, e quando invece viene usato per pubblicità o comunque per raccolta dati.

Privacy Assistant continuerà poi a fornirvi regolari consigli all'installazione di nuove app, concedendo o negando loro specifici permessi in base alle vostre impostazioni.

L'idea è insomma buona, al punto che una soluzione simile auspichiamo sia in futuro integrata a livello di sistema Android. La gestione capillare dei permessi è di per sé valida, ma serve a poco senza un modo chiaro per distinguere i permessi essenziali da quelli "malevoli". Se la soluzione è stare a provare, uno ad uno, tutti i permessi per tutte le app, è chiaro come solo il più scrupoloso degli utenti sfrutterà davvero questa funzione; gli altri si limiteranno ad un generico "concedi tutto", come accadeva prima ancora di avere la possibilità di revocare i permessi, invalidando in pratica questa funzione stessa. Speriamo solo che, in futuro, ci siano novità anche per l'Italia.

Via: The Verge