Il lento declino di Google Wallet è un arrivederci a cui forse non farete nemmeno caso

Lorenzo Quiroli
Lorenzo Quiroli
Il lento declino di Google Wallet è un arrivederci a cui forse non farete nemmeno caso

Google Wallet è uno di quei prodotti che esistono ormai un po' anni pur senza aver mai convinto davvero. Prima di tutto il servizio, almeno quello vero con il sistema di pagamenti NFC, è rimasto confinato negli Stati Uniti ed è stato surclassato da Apple Pay in un battito di ciglia, senza nemmeno tentare mai un'espansione territoriale, mentre Apple Pay è già in UK.

Forse voi, come tanti altri, lo conoscerete grazie all'indirizzo wallet.google.com, dove potete consultare i vostri acquisti fatti sul Play Store e su tutti i siti che supportano Wallet come metodo di pagamento. Anche qui però, qualcosa sta cambiando: tutti i riferimenti a Wallet stanno scomparendo e se non fosse per l'URL penseremmo quasi ad un diverso servizio: il titolo è Google Payments, Pagamenti in italiano, non più Wallet, e si interfaccia come una pagina dove configurare il metodo di pagamento per il Play Store anziché un servizio a parte.

Così, mentre Android Pay sta scaldando i muscoli ed è pronto ad una rincorsa davvero ambiziosa, ossia sfidare Apple Pay dopo che Google ha dilapidato in un battibaleno tutto il vantaggio dovuto all'essere entrato nel mondo dei pagamenti mobile con anni di anticipo rispetto a Apple, Wallet assume sempre più una posizione secondaria tra l'indifferenza generale del pubblico. Sì, ci sarà una nuova app per Wallet, ma più che un segnale di vero rinnovamento ci sembra il modo definitivo per limitare la sua giurisdizione e fare spazio ad Android Pay.

Google ha affermato che verrà mantenuto per scambiare denaro tra due persone, almeno negli USA, ma è facile immaginare che in futuro Wallet possa apparire nella lista delle "pulizie di primavera" di BigG (anche se questa nega), sostituito definitivamente da Android Pay, se almeno questo avrà successo. Noi speriamo che Pay abbia più successo del suo precursore ma soprattutto che Google abbia imparato qualcosa dagli errori commessi in passato.

Fonte: AndroidPolice