Hiroshi Lockheimer parla del presente e futuro di Android e Chrome OS
La storia tra Hiroshi Lockheimer e Google è iniziata a gennaio 2006, quando fu chiamato da Andy Rubin, ex collega, per un'offerta di lavoro su un misterioso progetto; oggi ricopre la posizione di VP of engineering nell'azienda di Mountain View con un compito che si estende anche a Chrome OS oltre che al robottino verde. Hiroshi si è seduto con i colleghi di Engadget per una intervista nella quale ha condiviso il suo pensiero sull'attuale stato di Chrome OS e Android e sul loro futuro.
Quando iniziò a lavorare su questo progetto Hiroshi non poteva certo immaginare che nove anni dopo avrebbero raggiunto un miliardo di smartphone Android venduti solo nel 2014:
da Hiroshi LockheimerForse avrei dovuto sognare più in grande, ma tutto questo ha superato le mie aspettative. Sto indossando un orologio con Android in questo momento. A casa ho un TV con Android. E sto provando automobili con Android
Aggiornamenti
Il robottino verde è maturato molto nel tempo e come già detto il ciclo di aggiornamento è diventato annuale, con una sola major release all'anno (ieri L, oggi M, domani N per intenderci). È diventato più difficile quindi aggiungere novità ad un sistema che ormai è maturo?
No, secondo Lockheimer: il punto principale è che tutti questi dispositivi, orologi, smartphone e altro, non vanno isolati, ma visti come diversi schermi che operano olisticamente.
L'esempio classico è cercare un itinerario sul proprio PC, per poi salire in macchina e ritrovarlo lì, non dovendo ricercarlo nuovamente.
Un OS meno frammentato
Cosa ne pensa Hiroshi delle personalizzazioni software applicate dai produttori di smartphone? Ultimamente pensa che questi abbiano raggiunto una sorta di equilibrio e non vogliano spingersi troppo in là. Google ha voluto realizzare Android come open-source per facilitarne l'adozione, permettendo ai produttori di distinguersi nove, dieci anni fa.
L'esempio è il Material Design che ha fatto breccia anche nel cuore dei produttori, pur con qualche modifica ed eccezione: Hiroshi è felice che Android possa avere un linguaggio grafico comune. I designer di Google e dei vari produttori hanno lavorato insieme, scambiandosi feedback e condividendo informazioni, in modo che anche questi si sentissero coinvolti nelle decisioni prese.
Un nuovo boss
Hugo Barra, Andy Rubin e Hiroshi Lockheimer erano i tre uomini di riferimento per lo sviluppo di Android anni fa.
Poi il primo si è trasferito da Xiaomi, il secondo si occupa di robotica, e Sundar Pichai ha preso il controllo del robottino verde oltre a Chrome OS e a molti servizi come Gmail, Search, Apps, Maps e Google+.
Non poteva mancare un riferimento alla convergenza tra Chrome OS e Android, che sembra ancora un lontano miraggio:
da Hiroshi LockheimerAd un certo livello un sistema operativo è un sistema operativo. C'è l'hardware e c'è il software e i due hanno bisogno di comunicare tra di loro. La divergenza si crea quando ti avvicini alla user experience. Per esempio i Chromebook hanno sempre prestato molta attenzione alle scorciatoie da tastiera, mentre Android si focalizza sul touch.
Certo, ora i due team comunicano quindi le scorciatoie di Chrome OS possono essere aggiunte per i tablet Android con tastiera. si possono trovare punti di incontro come lo Smartlock.
Cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi due anni per Chrome OS e Android? Hiroshi rimane molto pragmatico su questa domanda. Sviluppare un OS non può non tenere in considerazione l'evoluzione dell'hardware sul quale deve girare. Così Google guarda con attenzione ai nuovi componenti e le tecnologie che saranno disponibili in futuro e Hiroshi promette di fare il suo meglio al riguardo.