Almightree The Last Dreamer: quando l’ultima speranza sei tu (recensione)
Crescent Moon Games ci propone un rompicapo dall'aspetto nintendiano ma dalla spiccata indole.Pezzo dopo pezzo, si sgretola un mondo ormai morente. La fiducia di Madre Natura è riposta in un Dreamer, un ragazzo dai poteri magici capaci di far rinvigorire dei particolari alberi appassiti, gli unici a poter bloccare la piaga del terremoto incessante. È un incipit semplice, un pelino abusato, ma ciò che ne esce fuori è un rompicapo curioso, intrigante, per certi versi addirittura originale: è Almightree: The Last Dreamer di Crescent Moon Games.
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Rompicapo d'azione
La produzione non mente sull’essersi palesemente ispirata ai tratti dei titoli Nintendo, soprattutto Zelda, ma in realtà Almightree: The Last Dreamer riesce a rivestirsi di un suo carisma grazie alla sua particolare meccanica di gioco che permea l’intera avventura. Il protagonista infatti può spostare, uno alla volta, i “cubi” del livello, per permettergli di raggiungere posti altrimenti inaccessibili.
[sentence_sx]Il livello di difficoltà non risulta mai troppo frustante[/sentence_sx]
Il level design verticale è appunto basato sull’altezza, e gli enigmi proposti sono stati creati proprio su questa struttura. Va da sé che l’obiettivo principale è quello di incastonare i vari blocchi nella giusta sequenza per formare ogni sorta di ponti, scale e quant’altro per proseguire nel livello: tutto ciò in un contesto che mette il giocatore in un perenne stato di fretta, in quanto, l’incessante scorrete della lancetta, porta il mondo a sgretolarsi proprio sotto ai piedi del nostro alter-ego virtuale, evento che, inevitabilmente, porta al Game Over.
Non ci sono check-point, ma niente paura: il livello di difficoltà non risulta mai troppo frustrante, anche perché è possibile impostarlo ad inizio partita (a scelta tra Facile, Medio e Difficile), ma si rivela essere bilanciato a dovere.
Una giusta semplicità
Le fondamenta del gameplay sono dunque essenziali: la meccanica dello spostamento dei blocchi, colonna portante della formula, è accompagnata da un sistema di controllo via D-PAD virtuale inizialmente macchinoso, ma preciso e affidabile una volta fatto il callo.
La possibilità di muoversi da vita a piccoli sprazzi di platform game, pur rimanendo alla base un rompicapo, dove bisognerà schivare fiori elettrici col giusto tempismo, o utilizzare i blocchi per superare il vuoto dell’ambiente, consci del fatto che non è possibile saltare bensì scavalcare un solo cubo in altezza.
[sentence_dx]Un pacchetto invitante a 2,15€ senza acquisti in-app[/sentence_dx]
Proseguendo lungo i venti livelli proposti dall’offerta contenutistica, a difficoltà crescente, il gioco si arricchisce di nuove trappole e idee, alcune riuscite e altre meno, ma che comunque non snaturano mai il gameplay, ed anzi contribuiscono a far risaltare le situazioni dello spostamento dei cubi. Per quanto riguarda invece la cornice audiovisiva, Almightree: The Last Dreamer è confezionato con discreta cura. Avremmo sicuramente apprezzato una maggiore varietà stilistica nelle ambientazioni, ma, tutto sommato, il lavoro svolto è molto buono. Infine, l’avventura vi porterà via un paio di piacevolissime ore e, considerando che il gioco è prezzato a 2,15€ senza acquisti in-app, il pacchetto risulta abbastanza invitante.
Giudizio Finale
Da uno dei cliché più sfruttati dall’industria dell’intrattenimento, e da piccoli veicoli d’ispirazione di nintendiana memoria (ma non troppo), viene fuori un rompicapo di quelli freschi e ben contestualizzati su mobile. Fatta eccezione per qualche piccola pecca, Almightree: The Last Dreamer è un gioco che non dovreste perdervi, sia se amate il genere del puzzle game, sia se siete alla ricerca di un titolo impacchettato con cura. In entrambi i casi, ve lo giocherete col sorriso stampato sulle labbra.
PRO | CONTRO |
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