Dodo Master, la recensione del platform di Samir Selah

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Dodo Master, la recensione del platform di Samir Selah
Dodo Master

Quando leggi tra le righe di un libro o online che un animale è estinto, ci rimani male. È come quando scopri di quella persona che avresti tanto voluto conoscere, ma che purtroppo non c’è più. Parlando di esempi, il dodo si estinse nella seconda metà del diciassettesimo secolo in seguito alla probabile distruzione del suo habitat. Lo sviluppatore indipendente Samir Selah, provato forse dalla storia, decide di celebrare la specie (da solo, per altro) con un videogioco dal forte sapore nostalgico: signore e signori, questa è la recensione di Dodo Master.

Presentazione

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ispirato alle grandi icone platform del passato

Dodo Master è un classico gioco di piattaforme che mette al centro della formula un level design furbo, che sgorga in un livello di sfida abbastanza interessante, nonostante i toni apparentemente fanciulleschi del titolo. D’altronde, è la stessa indole dei prodotti Nintendo che, con l’aspetto giocoso, come se fosse dello zucchero attorno al cucchiaino di una medicina un po’ amara per scopi benefici, propone una giocabilità gratificante.

Facile intuire il fatto che Dodo Master prende ispirazione a piene mani dalla grande N, fin dalle prime battute: e il che non è per nulla un difetto, altroché.

Giocabilità

Imprigionata in un castello colmo di insidie, una femmina di dodo, sola e probabilmente l’ultima della sue specie, dovrà percorrere le varie stanze nella speranza di recuperare le sue uova. Che il giocatore dovrà impersonarla è cosa abbastanza scontata, e lo è ancora di più sapere che il viaggio sarà tutt’altro che semplice.

Dodo Master (12)

i livelli sono pieni di trappole

Partiamo dai comandi, che sono quanto di più basilare si possa chiedere: frecce direzionali per il movimento a destra e a sinistra, e due pulsanti virtuali, uno per salto e doppio salto, e l’altro per la schiacciata, che servirà a rompere le casse, come occasionale “scatto” verso il basso per schivare determinate trappole. A proposito di queste ultime, il gioco ne è pieno: non parliamo solo di classici ratti e ragni, che per altro avranno pattern di movimento lineari e che quindi saranno facilmente evitabili, ma di veri e propri pulsanti che, se premuti, attivano delle trappole spesso inevitabili.

Non potrete dunque saltare di piattaforma in piattaforma con leggerezza, ma prestare attenzione ad ogni singolo metro cubo di pavimento. Questo perché il titolo è contraddistinto da un gameplay “millimetrico”, dove ogni salto e passo va dosato, fattore che viene ben alimentato da un buon sistema di controllo, anche se i pulsanti virtuali non sempre sono affidabili. Per fortuna, lo sviluppatore ci mette a disposizione la compatibilità con i controller.

Dodo Master (9)

Ritornando al discorso del livello di sfida, il tutto è stato ben tarato verso l’altro, ma rimane comunque “leale” e permissivo, grazie anche alla possibilità di incassare due colpi prima di lasciarci le penne, ed adatto alla maggior parte dei videogiocatori grazie ai tanti checkpoint dislocati di sezione in sezione: semplicemente riesce a trovare un giusto compromesso tra morti in gioco (spesso causate dai propri errori) e soddisfazione personale tramite un design dei livelli che si espande sia in orizzontale che verticalmente, proponendo un valido mix di situazioni.

è presente la compatibilità con i controller

La raccolta delle uova in ogni livello, poi, sostituisce le classiche monete, e rende il ritrovamento stimolante tanto da incentivare l’esplorazione, anche perché, se le raccoglierete tutte in un livello, sbloccherete un simpaticissimo cappello da poter indossare sul dodo. Ci è piaciuta anche l’hub di selezione libera dei livelli (palese strizzata d’occhio verso Mario 64), che spezza un po’ la classica linearità dei platform e da la scelta degli stage al giocatore. Qualche informazione in più su ogni livello prima delle selezione non avrebbe guastato affatto, ma almeno viene alimentato il piacere della scoperta.

Comparto Audiovisivo

Dodo Master (4)

Graficamente il titolo è molto buono, con una realizzazione poligonale convincente e delle ottime animazioni, ma purtroppo ciò che manca è la varietà dei luoghi. Visivamente, la maggior parte dei livelli si somiglia l’un l’altro, in quanto il titolo è ambientato in un sotterraneo. L’impostazione dark però ci ha convinti, così come il contorno sonoro.

Prezzo e acquisti in-app

Ed ecco che arriviamo ad uno degli aspetti più interessanti del gioco: Dodo Master è disponibile sul Play Store al prezzo di 1€. Si, un solo euro, niente acquisti in-app, niente pubblicità e, considerando l’ottimo prodotto, ci sembra un’offerta piuttosto deliziosa. Un miraggio di questi tempi? Forse, a parte il fatto che è reale. C'è anche una demo, pronta a disfare ogni possibile dubbio.

Giudizio Finale

Dodo Master è una vecchia lettera d’amore platonica a quell’idraulico baffuto che ha condizionato il mondo del gaming per sempre. Non sorprende mai, perché è proprio quello che ti aspetti da una lettera d’amore da parte di una persona che ti conosce bene: chiusa nel cassetto, la rispolveri, ed è piena di una serie di apprezzamenti costellati di memorie, che quando rivedi ricordi con piacevole nostalgia. Un tuffo nel passato che onora il vecchio mondo dei platform assolutamente consigliato, al fronte di un prezzo a dir poco misero per la qualità del prodotto.

PRO

CONTRO

  • Ottimo level design
  • Gameplay ben collaudato
  • Prezzo veramente generoso
  • Livello di sfida bilanciato
  • Compatibilità con i controller
  • I controlli virtuali non sempre sono affidabili
  • Visivamente un po’ ripetitivo

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