Google obbliga i produttori a mettere le sue app al centro dei propri prodotti

Lorenzo Quiroli
Lorenzo Quiroli
Google obbliga i produttori a mettere le sue app al centro dei propri prodotti

Si è discusso più volte in passato di quanto fosse libero Android e dei limiti imposti da Google e oggi questa storia si arricchisce di un nuovo capitolo. È risaputo infatti che i produttori devono seguire alcune linee guida per poter preinstallare le app Google sui propri prodotti (Mobile Application Distribution Agreement è il nome di questa licenza), ma quali siano questi requisiti è top secret.

Fatto sta che secondo un report pubblicato da The Information, Google avrebbe ristretto ulteriormente queste regole nel 2014, obbligando i produttori a installare ben 20 delle proprie app, oltre che ad attivare la gesture per l'accesso rapido di Google Now, piazzare la barra di ricerca sulla home principale e anche una cartella sulla home con le app di BigG.

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Infine, tra le norme ci sarebbe anche l'obbligo di attivare la parola chiave "Ok Google" e la scritta "Powered by Android" o un altro riferimento a Google nella boot animation.

Insomma, da tutto questo potreste dedurre quello che in fondo abbiamo sempre saputo: il Play Store dà a Google il coltello dalla parte del manico, dato che per averlo i produttori devono sottostare a queste regole; ma d'altra anche Google deve guadagnarci e in fondo Samsung & co. possono sempre decidere di intraprendere la strada scelta da Amazon il giorno in cui si stuferanno di queste imposizioni.