Xiaomi presenta Redmi Note LTE, vende 15.000 Mi3 in 2 secondi ma riceve anche una multa in Taiwan

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Xiaomi presenta Redmi Note LTE, vende 15.000 Mi3 in 2 secondi ma riceve anche una multa in Taiwan

Xiaomi continua arrembante per la sua strada, che da un occhio lontano come quello del pubblico italiano può sembrare priva di sobbalzi, ma in realtà non è sempre tutto così liscio come si potrebbe pensare. Ma andiamo con ordine.

LEGGI ANCHEEditoriale: Xiaomi Mi4: l’inizio della fine, o la fine dell’inizio?

Xiaomi Redmi Note 4G / LTE è stato appena annunciato, ma le differenze con il modello 3G che abbiamo recensito noi, non si limitano solo al supporto alla rete più veloce. Ecco infatti cosa riportano le caratteristiche tecniche complete:

  • Schermo: 5,5'' HD IPS
  • CPU: Qualcomm Snapdragon 400 quad-core a 1,6 GHz
  • RAM: 2 GB
  • Memoria interna: 8 GB espandibile tramite microSD (fino a 64 GB)
  • Fotocamera posteriore: 13 megapixel
  • Fotocamera frontale: 5 megapixel
  • Batteria: 3.100 mAh
  • OS: MIUI basata su KitKat con supporto Mi Band

Xiaomi Redmi Note LTE perde quindi il supporto dual SIM presente nello smartphone originale, cambia il SoC da MediaTek in Qualcomm, riduce la batteria di 100 mAh, e diminuisce anche il proprio peso di 10 grammi, fermandosi a 189 g.

Lo smartphone sarà disponibile in Cina durante il mese di agosto, al prezzo 999 yuan, circa 120€, mentre per acquistarlo dall'estero dovremo come sempre ingegnarci.

Nel frattempo le vendite degli altri modelli Xiaomi vanno sempre a ruba: l'ultima flash sale (così si chiamando le vendite "a batch" di Xiaomi, in cui viene reso disponibile solo un numero prefissato di smartphone) di Mi3 si è esaurita in pochissimi secondi e il primo lotto di Mi4 è stato fatto fuori in 37 secondi; ma proprio su questo tipo di vendite e sui suoi numeri vertono anche delle polemiche.

In Taiwan, Xiaomi è stata multata per 20.000$ per aver diffuso cifre errate: a fronte di 3 batch da 10.000, 10.000 e 8.000 Redmi ciascuno, l'azienda ne avrebbe invece venduti 9.339, 9.492 e 7.389 rispettivamente, per una differenza complessiva di 1.780 modelli. Tanto è bastato alle autorità taiwanesi per multare Xiaomi per propaganda ingannevole.

Di questi 1.780 smartphone però, ne sarebbero stati in realtà venduti 1.750 tramite dei codici speciali, che permettevano di evitare la flash sale e quindi il rischio di non accaparrarselo.

Vero è che la multa è praticamente simbolica, se pensate che solo nella prima metà del 2014 Xiaomi ha incassato circa 5,3 miliardi di dollari.