Google chiarisce meglio come viene attuato il "diritto all'oblio"

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Google chiarisce meglio come viene attuato il "diritto all'oblio"

In una lettera indirizza all'Unione Europea, Google ha spiegato a grandi linee come vengono gestite le richieste in merito al diritto all'oblio. In linea di massima, sono importanti sia il sito incriminato che l'importanza della persona in questione in relazione "all'interesse economico generale" di fornire risultati di ricerca accurati.

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In parole povere: verranno facilmente rimosse situazioni imbarazzanti (post o foto magari), ma saranno più difficilmente rimossi link a sentenze di tribunale o notizie che comunque non mettono in buona luce il soggetto. L'idea è quella che viene "obliato" il peccato veniale, ma non può essere censurato il diritto alla pubblica informazione, né tantomeno sentenze passate in giudicato.

Nella lettera di Google non viene però specificato il tempo necessario ad analizzare e mettere in pratica una richiesta di oblio, ma in fin dei conti non si tratta di un documento redatto a beneficio degli utenti, quando della UE e di Google stesso, che magari spera di sensibilizzare ulteriormente l'Unione in merito, affinché possano essere definiti meglio i confini del diritto all'oblio, cui il gigante delle ricerche ha dovuto sottostare, ma che difficilmente potrà apprezzare.