Il reboot di Dungeon Keeper per Android e iOS è una "vergogna", parola del CEO di EA

Lorenzo Delli
Lorenzo Delli Tech Master
Il reboot di Dungeon Keeper per Android e iOS è una "vergogna", parola del CEO di EA

Dungeon Keeper, o meglio, la versione mobile di Dungeon Keeper, è stata al centro dell'attenzione mediatica per diverse settimane, prima e dopo il suo lancio su Google Play e iTunes. Prima le parole piuttosto pesanti di Peter Molyneux, il papà della versione originale del gioco, poi per il fatto che su Android fosse "difficile" votare negativamente il titolo a causa di un escamotage ideato da EA. Nella nostra recensione, tra l'altro, si è meritato un bel 4 su 10, sia a causa delle differenze abissali tra questa e la versione originale sia per via dei tempi di attesa incredibilmente lunghi.

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A quanto pare anche in casa EA non sono propriamente soddisfatti del gioco, visto che proprio il CEO Andrew Wilson, in un'intervista ad Eurogamer, ha praticamente ammesso che la versione di Dungeon Keeper per Android e iOS non solo è un errore, ma addirittura una "vergogna".

Parole pesanti, che vanno però a confermare quanto detto sia dalla stampa specializzata sia dall'utenza, non certo soddisfatta di un reboot che nulla mantiene del piccolo capolavoro di 17 anni fa.

"For new players, it was kind of a cool game. For people who'd grown up playing Dungeon Keeper there was a disconnect there. In that aspect we didn't walk that line as well as we could have. And that's a shame ... We misjudged the economy." - Andrew Wilson, CEO Electronic Arts

Questo è solo un piccolo estratto dell'intervista, ma rende bene l'idea che si sono fatti in casa EA di Dungeon Keeper. Non ci troviamo però totalmente d'accordo con la prima frase: è molto probabile che anche i giocatori alle prime armi siano rimasti delusi da un gameplay lento e invaso da acquisti in-app, anche se, purtroppo per noi, è diventata oramai una costante in molti dei giochi free-to-play dedicati al settore mobile.

La speranza è che sia EA sia altre software house imparino una dura lezione da quanto successo, ovvero che sfruttare vecchi brand per cercare di guadagnare attraverso acquisti in-app non porti a nulla di buono.

Fonte: Eurogamer
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