Heroes of Dragon Age: si ritorna nelle lande di Thedas [Recensione]

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Heroes of Dragon Age: si ritorna nelle lande di Thedas [Recensione]

Sfruttare una licenza blasonata per uno spin-off è una cosa di tutti i giorni oramai. Molto spesso si utilizza questa sorta di escamotage per inculcare nelle tasche degli acquirenti prodotti mal riusciti che fanno leva solo sull’affezione che l’utente ha verso un determinato universo; ma non è sempre così. Le IP investite da questo trend sono moltissime, e i risultati sono molteplici. Ultimamente quest’onda sembra farsi sempre più grande, infatti sono giunti sul Play Store due titoli dedicati uno ad Assassin’s Creed, e l'altro a Dragon Age, due saghe che portano sulle spalle un grosso bagaglio videoludico colmo di storie sia positive che negative. Quest’oggi ci soffermiamo proprio sul secondo, ossia Dragon Age, una saga che ha saputo inizialmente stupire grazie ad una struttura di gioco che ricordava i classici del passato, quali Icewind Dale e Baldur’s Gate ma che, successivamente, ha deluso con un secondo capitolo piuttosto insipido.

Il terzo episodio della saga, denominato Dragon Age Inquisition e previsto per le piattaforme di ultima generazione, della scorsa generazione e su PC, cela misteri e tante domande che spaventano i fan. Nel frattempo, i ragazzi di EA e BioWare hanno deciso di espandere il proprio brand verso nuovi orizzonti, ed infatti è stato rilasciato un episodio in esclusiva sulle piattaforme mobile e tablet. Scopriamo insieme se vale la pena passare le vostre ore di divertimento (o di attesa) in compagnia di Heroes of Dragon Age.

Giocabilità

La creatura speciale non è poi così potente rispetto alle truppe normali, almeno all'inizio.

La creatura speciale non è poi così potente rispetto alle truppe normali, almeno all'inizio.

titolo gestionale supportato da una minima componente strategica

Heroes of Dragon Age abbandona la struttura del gioco di ruolo della saga originale per offrire un’esperienza di gioco portatile e adatta al mobile gaming. Questa operazione di snellimento dell’offerta ha portato alla creazione di un titolo gestionale supportato da una minima componente strategica. Se state pensando al solito card game rattoppato, non vi sbagliate poi di molto.

Qui si ha a che fare con delle miniature, personaggi che sfoggiano un look in linea con le creature, le razze e i personaggi della saga. Ogni pedina è caratterizzata da abilità e da statistiche differenti l’un l’altra, è ovviamente da una classe ben definita. In battaglia è possibile portare cinque miniature, quattro delle quali saranno combattenti posizionabili su una scacchiera due per due, mentre l’ultima è una creatura speciale che andrà incastonata in uno spazio apposito. La componente strategica verte unicamente sulla parte pre-partita: dunque il giocatore dovrà posizionare i vari personaggi secondo uno schema ben preciso, mettendo magari i maghi e gli arcieri nelle retrovie, e i cosidetti tank (ossia coloro che incassano i colpi) in prima linea, pronti a difendere i meno resistenti.

Ovviamente le strategie non si esauriscono qui, poiché per esempio è possibile inserire pedine della stessa fazione per aumentare il loro potere, oppure potremo optare per un team di maghi specializzati sullo stordimento dei nemici, e cosi via.

Seppur con queste differenze, la struttura purtroppo soffre di una terribile ripetitività di fondo data da un gameplay sostanzialmente passivo.

Ecco la nostra allegra ciurma.

La nostra allegra ciurma è pronta: si parte!

il gameplay possiede delle buone potenzialità, purtroppo sfruttate solo minimamente

Le battaglie sono controllate dall’intelligenza artificiale, e l’interazione del giocatore è pari a zero. Potremo velocizzare i combattimenti che, in fin dei conti, non sono nemmeno godibili da guardare a causa delle animazioni a dir poco essenziali. Questa caratteristica demolisce le fondamenta delle potenzialità del sistema di gioco, che basa praticamente tutto sulla gestione della squadra che complessivamente risulta anche striminzita. Non è possibile, infatti, acquistare o potenziare nuovo equipaggiamento, ne tanto meno modificare le abilità e i valori delle statistiche. La progressione avviene in maniera lineare, non permettendo dunque una personalizzazione degna di tale nome. Le uniche possibilità di sviluppo accelerato sono le fusioni tra due miniature identiche, operazione che darà vita ad una miniatura dello stesso tipo delle precedenti ma più potente, e il sacrificio, ossia una meccanica che ci permette di (appunto) sacrificare le pedine che non ci interessano per potenziare un’altra miniatura della squadra.

Entrambe le idee funzionano nel contesto e provocano un minimo di assuefazione, ma non è sufficiente a garantire una longevità viva ed un interesse costante lungo l’avventura. Tirando le somme, il gameplay possiede delle buone potenzialità, purtroppo sfruttate solo minimamente.

Contenuti

L’offerta contenutistica di Heroes of Dragon Age soffre di notevole monotonia. Le dinamiche dei combattimenti, unite ad uno sviluppo dei personaggi lineare e poco personalizzabile sono solo due dei difetti che bruciano le buone premesse della formula. La campagna si dipana lungo diverse missioni, i cui obiettivi sono solo ed unicamente sconfiggere i nemici.

 Con le rune potremo ricevere alcuni boost durante i combattimenti. Queste possono essere trovate nei pacchetti.

Con le rune potremo ricevere alcuni boost durante i combattimenti. Queste possono essere trovate nei pacchetti.

 la curva di difficoltà spinge l’utente a ripetere le missioni già completate fino a dominarle

Il problema principale è che non si procede in maniera lineare, poiché la curva di difficoltà spinge l’utente a ripetere le missioni già completate fino a dominarle, operazione che ci ricompenserà con le gemme, la valuta premium del titolo. Nello specifico, ogni mappa possiede quattro battaglie contro mostri normali e una boss fight particolarmente impegnativa che vi costringerà a potenziare i vostri personaggi fino allo sfinimento.

Anche la storia lascia a desiderare, che si limita ad un paio di descrizioni buttate lì come contentino per i fan che vivono unicamente dell’atmosfera creata dai titoli per console e PC. L’acquisizione delle varie pedine riesce a risollevare anche se di poco le sorti dei contenuti, grazie ad una buona differenziazione tra le varie truppe. Nel complesso, un’offerta contenutistica decisamente mediocre.

Comparto Audiovisivo

La resa grafica è abbastanza buona, ma il tutto è troppo statico.

La resa grafica è abbastanza buona, ma il tutto è troppo statico.

Graficamente il titolo si presenta bene, grazie ad una notevole pulizia a schermo. La modellazione poligonale di personaggi e ambienti risulta abbastanza buona, condita con effetti particellari che non fanno assolutamente gridare al miracolo ma nel complesso sono gradevoli. Di contro però, le animazioni lasciano un po’ a desiderare. Del lato sonoro non possiamo lamentarci, anche se risulta solo di contorno all’interno di una realizzazione audiovisiva discreta.

Prezzo

Heroes of Dragon Age è disponibile sul Play Store gratuitamente, ma sono presenti gli acquisti in-app. Il gioco, infatti, sfoggia due tipi di valute: monete (ossia quella comune ottenibile in-game) e gemme (valuta premium, ottenibile dominando le missioni o pagando).

Queste ultime possono essere acquistate tramite il negozio secondo questi prezzi:

Acquisti in-app di Heroes of Dragon Age.

Acquisti in-app di Heroes of Dragon Age.

dopo che la barra di Forza si esaurirà, bisognerà attendere due ore per ritornare a giocare

Con le monete è possibile acquistare Pacchetti Recluta e Soldato, contenenti rispettivamente una carta comune e non comune, mentre con le gemme potremo acquistare i Pacchetti Campione contenenti una carta rara. La ripida curva di difficoltà purtroppo alimenta gli in-app purchase, bussando spesso alla porta del vostro portafogli. Inoltre, a influenzare negativamente la votazione finale ci si mettono la Forza e il Vigore, ossia il noioso sistema ad energia senza della quale non è possibile combattere. Infatti ad ogni battaglia (Forza per il PvE, Vigore per il PvP) verrà sottratta una delle sei tacche dalla barra: dopo che questa si esaurirà, bisognerà attendere due ore per ritornare a giocare, oppure bisognerà pagare una cospicua somma di gemme. Insomma, un modello di monetizzazione sorpassato e che noi non condividiamo, nel complesso poco più che sufficiente.

Giudizio Finale

Le potenzialità c’erano ma, come era lecito aspettarsi sin dal trailer di debutto, questa nuova produzione di EA pecca su molti fronti. Il gameplay, seppur abbastanza interessante inizialmente, sfocia dopo alcune sessioni nella monotonia più dilagante, perdendo per strada l’interesse generato in apertura. Ciò nonostante, il fatto di poter scaricare quest’ultima fatica mobile di EA e BioWare gratuitamente gioca a suo favore, ma purtroppo la povertà in termini di contenuti porterà quest’avventura nel mondo di Dragon Age verso una prematura conclusione. Peccato.

 

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