Tiny Death Star: questione di punti di vista, Padawan [Recensione]

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Tiny Death Star: questione di punti di vista, Padawan [Recensione]

Mettiamola così, su questo piano: Disney è il male e Star Wars è solo una carogna da spolpare per l’azienda di Mr. Walt (Disney, e non White). Questa è la visione di tanti, tantissimi fan del mondo creato da George Lucas, un universo affascinante fatto di razze curiose, linguaggi apparentemente incompresibili, di spade laser e guerre stellari ma, soprattutto, di diversi punti di vista. Dopo l’annuncio dell’acquisizione della LucasFilm da parte della società di Zio Paperone e compagni, avvenuto precisamente il 30 ottobre 2012, il grande pubblico si è sentito in qualche modo spaventato da questo evento che poterà J.J. Abrams a sceneggiare la terza trilogia della saga di Star Wars. Le reazioni, però, non sono state solo di scetticismo, ma molteplici: se alcuni (compreso il mitico Leo Ortolani) hanno ironizzato con un po’ di amaro in bocca l’invadenza della Disney nei prodotto Marvel e LucasFilm, altri, invece, hanno gioito dinanzi alla lieta notizia di poter rivedere la loro saga preferita nuovamente sul grande schermo.

Per ora non possiamo giudicare la scelta di Disney se non con speranze e opinioni un po’ astratte, ma quello che vuole offrirci l’azienda di Mr. Walt in questo periodo dal tempo instabile è una sorta di carezza, un piccolo dono, un aperitivo per i fan delle guerre stellari e delle loro sfaccettature: stiamo parlando di Star Wars: Tiny Death Star, titolo gestionale sviluppato dalla software house californiana NimbleBit coadiuvato da meccaniche free-to-play in stile Clash of Clans. Basterà questo a placare la fame e la rabbia dei fan più accaniti di Star Wars (e a farci dimenticare il pessimo LEGO Star Wars The Yoda Chronicles)? Scopritelo insieme a noi.

Giocabilità

Tiny Death Star (12)

La nostra Morte Nera!

Tiny Death Star sfoggia una formula di gameplay identica a quella vista in Tiny Tower. Lo scopo del gioco, infatti, è quello di creare quanti più piani possibili nella nostra Morte Nera, affinché diventi la più potente mai creata.

Niente combattimenti con le spade laser insieme a Luke Skywalker, e nemmeno un’allegra scampagnata con gli Stormtrooper, ne tantomeno un giretto con il Millennium Falcom rubato appositamente con un elegante escamotage, niente di tutto ciò.

Il gioco vi chiede di costruire il vostro Impero nella galassia lontana lontana secondo varie tipologie di costruzioni, che spaziano da quelle residenziali a quelle dedite alla vendita di prodotti: sta al giocatore trovare il giusto equilibro, al fine di garantire alla popolazione un impero commerciale solido. Ovviamente i vari negozi andranno popolati con i Bit-tadini, personaggi che rispecchiano in toto le caratteristiche dei personaggi della saga, dai più famosi ai meno conosciuti: ognuno di questi ha le sue vocazioni, ed infatti il nostro compito sarà quello di smistare i vari operai nelle rispettive costruzioni in base alle loro competenze.

L’aspetto che ci ha strappato più di un sorriso è senza dubbio l’HoloNet

Il fulcro su cui gira l’intera giocabilità e parte interattiva del giocatore è l’ascensore, strumento che ci permetterà di trasportare i nostri Bit-tadini tra un piano e l’altro, operazione che ci ricompenserà con piccole somme di denaro e con la riduzione dei tempi di attesa di costruzione di edifici e produzione di oggetti.

 Ciò che provoca assuefazione è la tipica componente dei gestionali mobile che prevede il continuo scorrere dell’azione anche quando non si gioca, in pieno stile Tamagotchi. Infatti, il gioco vi chiederà di tornare di tanto in tanto per verificare l’economia dell’Impero e per riavviare la produzione di prodotti, per poi costruire un ulteriore piano al fine di espandere ancora di più la nostra Morte Nera. L’aspetto che ci ha strappato più di un sorriso è senza dubbio l’HoloNet, il Social Network della Morte Nera dove, insieme a Darth Vader e Palpatine, potremo dare una sbirciatina ai pensieri, agli stati d’animo e quant’altro di tutti i cittadini, un tocco di classe orwelliano (tra l’altro già visto in Tiny Tower con il Bitbook) che, seppur povero nella quantità di battute, riesce nell’intento di variegare l’esperienza di gioco.

Dunque, dare un voto univoco alla giocabilità sarebbe forse riduttivo, in quanto c’è chi potrebbe amare alla follia il sistema di gioco, e chi invece deciderà di disinstallarlo dopo poco: nonostante questo fattore, non possiamo negare l’evidenza di una formula ormai abusata e del tutto priva di innovazione che punta praticamente tutto sull’accuratezza stilistica dell’universo di Star Wars in ogni singolo elemento di gameplay piuttosto che sulla varietà nelle dinamiche.

Contenuti

Tiny Death Star (6)

L'HoloNet.

Parlare di quantità dell’offerta contenutistica in Tiny Death Star ci risulta un po’ difficile, poiché la longevità varia da pochi minuti a infinita, in base a che tipo di giocatore siete. Amministrare la Morte Nera potrebbe rivelarsi un’esperienza piacevole ad una larga fetta di utenti per una manciata di minuti, e potenzialmente appagante e duratura. Il problema fondamentale è l’assoluta ripetitività delle sezioni, tutte immerse in una serie di azioni sempre uguali e prive di stimoli sostanziali, se non quello di acquistare un ulteriore piano da addobbare con i simpatici Bit-tadini.

Quello che aggiunge un po’ di zucchero per addolcire l’offerta contenutistica è l’album collezionistico: ogni qual volta che si sbloccherà un nuova razza o ambientazione, queste verranno inserite in un database pieno di informazioni e curiosità che faranno senz’altro gioire i fan della saga. È chiaro che l’intento degli sviluppatori non era quello di proporre qualcosa di complesso e innovativo, bensì di offrire un passatempo mobile semplice ed adatto a tutti, l’ennesimo prodotto schiavo delle attese che mira ad essere usufruito durante i momenti morti della giornata, ma non si può negare che ogni fase di gioco sia minata da una monotonia da non sottovalutare, e da una componente innovativa prossima allo zero.

Comparto Audiovisivo

notevole il lavoro svolto nonostante i pochi pixel che supportano la resa grafica

Tiny Death Star ha dalla sua un comparto stilistico curato minuziosamente, frutto di una ricerca maniacale in ogni particolare. Non faticherete a riconoscere le varie specie che popolano il mondo di Star Wars, dai Mon Calamari (it's a trap!) fino ad arrivare ai mammiferi umanoidi Bothan, i Gungan di Naboo, i Kaminoani e tanti, tantissimi altri. Stesso discorso vale per le ambientazioni, dalla la taverna di Mos Eisley all'arena dove risede il Rancor, tutto è ben sviluppato ed è notevole il lavoro svolto nonostante i pochi pixel che supportano la resa grafica. Buono anche il lato audio, coadiuvato da una discreta campionatura di suoni e da simpaticissimi remix delle tracce originali della saga.

Prezzo

Tiny Death Star (5)

Acquisti in-app di Tiny Death Star.

Tiny Death Star è disponibile sul Play Store gratuitamente, costo che, però, è supportato dagli acquisti in-app volti a sbloccare ulteriore valuta premium, ossia i Bux Imperiali. Con questi potremo sia acquistare altre monete (utili a comprare negozi e altri tipi di edifici), oppure accelerare i tempi di edificazione e di produzione degli oggetti.

Ovviamente non mancano personaggi e edifici premium acquisibili solo con i Bux Imperiali, praticamente tutti quelli con protagonisti i pezzi grossi della saga.

Il gioco, però, cercherà di ricompensarvi con una manciata di Bux Imperiali con qualche piccola attività, come scovare le spie del lato chiaro nella nostra Morte Nera. Sulla sinistra potete notare i costi degli acquisti in-app che, a nostro avviso, risultano esagerati. C'è la possibilità di acquisire Bux Imperiali gratuitamente anche via download di applicazioni di terze parti, come nei più classici free-to-play.

Nel complesso, nonostante le chiare limitazioni, è possibile giocare tranquillamente a Tiny Death Star senza fare nessun tipo di acquisto in-app.

Giudizio Finale

Star Wars: Tiny Death Star è un omaggio da parte di NimbleBit e Disney verso i fan di Guerre Stellari, frutto di una programmazione che verte unicamente sul restyling grafico di un prodotto già visto piuttosto che sull’innovazione ludica impostata su una formula di gameplay ormai assaporata in diverse salse.

La ripetitività straripa da ogni poro dopo pochissime sessioni di gioco, ed è davvero difficile consigliarlo a chi di Star Wars conosce poco o nulla. Il prodotto di NimbleBit e Disney è destinato unicamente a chi cerca un grazioso passatempo dal comparto estetico squisito, condito con l’atmosfera dell’affascinante mondo del lato oscuro della forza, fattori che potrebbero portarli verso un’esperienza fatta di una dolce assuefazione, seppur non molto duratura. Tutti gli altri, al fronte di una ripetitività limitante ai fini del gameplay, farebbero bene a dirigersi verso altri lidi.

 

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Trailer

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