DuckTales Il Tesoro di Paperone: storie di paperi, ma che bei paperi! [Recensione]

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
DuckTales Il Tesoro di Paperone: storie di paperi, ma che bei paperi! [Recensione]

Che l’infanzia sia una tappa importante della nostra vita è un dato di fatto, e su questo non ci piove nemmeno la goccia più innocente. Non ci si può nascondere dietro ad un dito: c’è chi faceva gli scherzi suonando i citofoni per poi scappare a gambe levate, c’è chi giocava giù al giardino di casa e urlava a più non posso (e noi ne sappiamo qualcosa), c’è chi adorava guardare i cartoni animati dalla mattina alla sera, e chissà quante altre sfaccettature del divertimento infantile abbiamo vissuto, chi più, chi meno. E vedere quei momenti presi, pestati e messi lì a morire non piace a nessuno, almeno se l’infanzia la ricordiamo con gusto. Prendiamo come esempio Ducktales, un cartone animato che ha debuttato nel 1988 nelle televisioni italiane riscuotendo ottimi consensi da parte del pubblico.

Le puntate di questa serie tv hanno accompagnato buona parte delle giornate di tantissimi ragazzi, e l’annuncio circa il rilascio di un gioco a tema Zio Paperone e compagni sulla piattaforma del robottino verde ha reso felici moltissimi utenti Android, ma purtroppo non è tutto oro quel che luccica. Ci sembra quantomeno inappropriato fasciarci la testa prima di averla rotta, dunque analizziamo il gioco in tutto e per tutto, come al nostro solito. Il titolo completo è DuckTales: Il Tesoro di Paperone; il genere di gioco, invece, è - sparatutto class-based in terza persona. Insomma, a-la-The Respawnables per intenderci, o per chi non segue lo sviluppo del gaming mobile, diciamo che si avvicina molto alla formula di gameplay di praticamente ogni sparatutto multiplayer disponibile sul mercato videoludico in generale, farcito con una buona dose di acquisti in-app. Allacciatevi le cinture, perché si parte per Paperopoli.

Giocabilità

Una volta presi i lingotti, la vostra velocità di corsa diminuirà.

Una volta presi i lingotti, la vostra velocità di corsa diminuirà.

il map-design e la meccanica di shooting sono minati da diversi problemi

Dopo una simpatica scenetta animata con protagonista lo Zio Paperone, il titolo ci butta subito nel vivo dell’’azione in un tutorial che spiegherà, per filo e per segno, la struttura di gioco.

Il sistema di controllo è affidato ai pulsanti virtuali per sparare, muoversi e cambiare arma (due tipologie di armi a distanza, e una ravvicinata), mentre basta scorrere un dito su touchscreen per mirare. Scopo del gioco, ossia quello dell’unica modalità presente, è quello di portare quanto più oro possibile al nostro elicottero, sconfiggendo nel mentre gli avversari. La montagna di lingotti è posta in punto A della mappa, e bisognerà portarli alla base, messa in un punto B insieme a quella avversaria. Praticamente una modalità in stile Cattura la Bandiera ma dove tutti i giocatori possono raccogliere qualcosa e portarla alla base per incassare punti. Dunque, la disposizione dell’oro e dell’elicottero, in teoria, dovrebbe spinge i giocatori a frequenti combattimenti all’ultimo colpo, peccato che il map-design e la meccanica di shooting siano minati da diversi problemi.

Jet McQuack: lei, forse e dico forse, ha ragione.

Jet McQuack: lei, forse e dico forse, ha ragione.

se giocato con le giuste persone, Ducktales: Il Tesoro di Paperone riesce a divertire

Nonostante la dimensione non molto grande delle mappe, i movimenti dei personaggi sono troppo lenti in relazione all’impostazione del gameplay, e molti dei momenti di gioco li passerete con delle noiose camminate, stando attenti ad evitare ogni possibile nemico.

Il feeling delle armi, poi, lascia a desiderare: non solo la ricarica di molte armi è decisamente lenta, ma le armi (aiutate dalla consueta mira automatica) non restituiscono quel senso di soddisfazione nel colpire i vari nemici a causa di una personalità solo abbozzata dell’arsenale disponibile. Paradossalmente, però, se preso dal lato giusto o, meglio, se giocato con le giuste persone, Ducktales: Il Tesoro di Paperone riesce a divertire proprio grazie ad una lieve componente strategica da poter impostare per vincere le varie partite. Ci si può dividere per fare in modo che alcuni pensino alla difesa della base nell’intento di rubare l’oro avversario uccidendo i “corrieri”, altri alla scorta e quant’altro. Non si può certo gridare alla competitività, si tratta pur sempre di un titolo pensato perlopiù ad un pubblico giovane, ma nel suo piccolo riesce ad intrattenere, anche se poco a causa dei problemi sopraelencati.

Contenuti

Ogni nemico ucciso lascerà per terra i lingotti che stava trasportando.

Ogni nemico ucciso lascerà per terra i lingotti che stava trasportando.

le mappe disponibili sono quattro: Vecchio West, Caverna, Tempio e Nave Volante

Parliamo del lato contenutistico di questa produzione Disney: il gioco offre sia il singolo giocatore, che il multiplayer.

Entrambi condividono la stessa struttura e le stesse mappe, solo che la prima è caratterizzata da avversari comandati dal computer (che offrono una sfida abbastanza buona, forse anche troppo alta considerando il target principale) e da missioni in stile achievement, quindi come “uccidi tot mostri con un’arma” o “acquista il vestito x”. Completando le missioni si otterrano le monete, utili ad acquistare armi e personalizzazioni per il proprio personaggio. Sono disponibili ben quattro classi differenti, ossia Avventuriero, Inventore, Chef e Aviatrice, ognuna delle quali possiede le proprie capacità, ma non così ben definite ed infatti la diversificazione è ridotta all’osso. C’è giusto qualche piccolo twist nelle armi disponibili, ma il gameplay rimane pressocché invariato. Buona la personalizzazione, infatti ogni personaggio può essere equipaggiato con nuovi costumi e arsenale: ogni singolo elemento può essere potenziato, ma purtroppo i costi sono abbastanza elevati. Quattro le mappe disponibili, ossia Vecchio West, Caverna, Tempio e Nave Volante, una sola la tipologia di modalità.

Nel complesso, una discreta offerta contenutistica, senza infamia e senza lode.

Comparto Audiovisivo

Le piattaforme di lancio vi consentiranno di spostarvi da un punto all'altro della mappa.

Le piattaforme di lancio vi consentiranno di spostarvi da un punto all'altro della mappa.

Il comparto grafico di Ducktales: Il Tesoro di Paperone è caratterizzato da alti e bassi. Per quanto riguarda i modelli poligonali di personaggi e ambienti, siamo su livelli discreti, con colori vivaci che rendono più esuberante e adorabile lo stile scelto. Purtroppo è quando si è in movimento che la situazione degenera: alcune animazioni sono completamente da rifare e stonano un po’ con il resto della cornice grafica. Anche il frame rate risulta altalenante, anche su dispositivi recenti come il Nexus 7 2013, su cui il gioco è stato testato. Ottimo, invece, il lato audio: diversificati e simpatici gli effetti sonori, ma sicuramente la bella figura la fa il comparto musicale ed in particolar modo il fantastico tema iniziale, remixato a dovere, ma sempre magnifico da sentire e, perché no, da canticchiare.

Prezzo

Il modello di monetizzazione scelto per Ducktales: Il Tesoro di Paperone è quello free-to-play, farcito però con tante, tantissime possibilità di acquisti in-app.

Ogni singola schermata di gioco avrà una sezione che vi invoglierà a spendere denaro, quasi a far assomigliare il prodotto Disney ad un sito di e-commerce, in pieno stile Amazon. Si potrà acquistare qualsiasi tipo di boost anche in-game: infatti, durante la schermata d’attesa dopo la morte, il gioco vi chiederà se avete bisogno di un aiuto sotto forma di potenziamento per l’arma per sconfiggere i nemici o per un respawn rapido.

Acquisti in-app di DuckTales: Il Tesoro di Paperone.

Acquisti in-app di DuckTales: Il Tesoro di Paperone. 16000 gemme sono 75,32€.

Non siamo particolarmente amanti del free to play, ma ci sono casi e casi: questo è uno di quelli in cui si esagera

Non finisce qui: sono presenti alcuni consumabili acquisibili solo e soltanto con le gemme, la valuta premium ottenibile in piccole quantità in-game passando di livello, che sbilanciamo il gameplay a favore di chi spende denaro reale. Le monete (la valuta comune) ottenute dalle partite, poi, non sono state propriamente bilanciate in positivo in relazione agli altissimi prezzi del negozio.

E ancora, è presente il sistema ad energia (qui sotto forma di biglietti) che frammenta il divertimento dell’offerta ludica, in quanto è possibile giocare solo un numero limitato di partite, dopodiché bisognerà attendere la ricarica della barra. C’è da dire che se da un lato non è molto aggressivo come sistema, dall’altro, però, è limitante ai fini dell’intrattenimento complessivo, ma è il prezzo da pagare se si vuole usufruire del gioco. Non siamo particolarmente amanti del free to play, ma ci sono casi e casi: questo è uno di quelli in cui si esagera fin troppo, e che bocciamo.

Giudizio Finale

Ducktales: Il Tesoro di Paperone non riesce ad immergere il giocatore nell’universo di Qui, Quo, Qua, e l’impressione costante è quella di giocare ad una semplice mod poco riuscita di un altro titolo ad arene. Proprio quest’ultimo potrebbe essere preso come pregio, in quanto risulta a tratti divertente, ma siamo del parere che esistono titoli dello stesso genere molto più intrattenenti di quest’ultimo lavoro di Disney.

Non lo consigliamo di certo ai fan del cartone animato, poiché l’atmosfera della serie tv non è stata riprodotta al meglio e potrebbero addirittura trovarlo fuori contesto, fatta eccezione per il nome. Gli amanti degli sparatutto ad arene potrebbero divertirsi per un paio di partite, forse anche poco più, consapevoli che c’è di meglio in giro, ma il suo essere gratuito potrebbe invogliare ulteriormente l’utente a scaricarlo: attenzione a non esser travolti dagli eccessivi acquisti in-app.

 

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Trailer

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