Editoriale: la (s)carica dei Nexus!

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Editoriale: la (s)carica dei Nexus!

Tre dei cinque articoli più commentati ultimamente su AndroidWorld riguardano il Nexus 4, nel bene o nel male. Basta un breve viaggio sulla bacheca di Facebook di LG Italia per rendersi conto che la parola più ripetuta è "vergogna", e non occorrerebbero parole molto ricercate al sottoscritto (o a chiunque altro) per cavalcare facilmente l'onda di disappunto nei confronti della casa coreana, successiva alla notizia del rincaro del Nexus 4 al di fuori del Play Store.

In mezzo a tutto questo il povero Nexus 10, il tablet Android (e non solo) con la più alta risoluzione mai vista, sembra quasi il timido personaggio secondario di un film. Forse c'è troppa paura nel fare il suo nome, paura che anche lui possa andare incontro alla stessa sorte del fratello smartphone, o forse è soltanto che Samsung, come sempre, non si straccia le vesti per promuovere i suoi Nexus, e Google quest'anno non ha nemmeno potuto presentarli con tutti i crismi, per legittime cause di forza maggiore.

Morale della favola: in Italia avremo prodotti dal prezzo elevato (almeno uno dei due sicuramente), scarsamente pubblicizzati, e nonostante nei principali paesi europei vicini sia possibile acquistarli comodamente dal Play Store, a noi non sarà permesso. Il 13 novembre invece arriverà come contentino Google Music. Peccato che Movies, Magazine e altri servizi siano ancora un miraggio.

No, non ho intenzione di cavalcare l'onda di disappunto nei confronti di LG, perché mi sembra che sia in buona compagnia.

In molti lodano Asus per non aver rincarato il Nexus 7 rispetto al prezzo proposto dal Play Store. Vero, ineccepibile. È pur vero però che il produttore taiwanese non aveva nella propria line-up nulla di simile a quel tablet: Prime, Pad 300 e Infinity sono modelli di tipo diverso, che non pestano i piedi al Nexus 7. LG invece dal canto suo ha un Optimus G che come specifiche è anche lievemente superiore, ma che nessuno comprerebbe con un Nexus 4 venduto alla metà del prezzo o quasi.

Colpa di LG dunque? In parte senz'altro sì, ma anche Google ci ha messo del suo.

Anzitutto se la strategia di BigG era quella di vendere il prossimo Nexus circa a prezzo di costo (come già fatto per il Nexus 7), si sarebbe dovuto prima assicurare di una presenza più globale di Google Play Devices (e non mi sono volutamente addentrato nell'assenza di servizi quali Movie, Music e Magazine nella maggior parte dei mercati, ma non è difficile capire come la pensi in merito): in questo modo è Google a decidere quali sono i paesi fortunati e quali non lo sono, rendendo di fatto il Nexus 4 davvero competitivo solo localmente e non globalmente.

Colpa di LG che rincara i prezzi? Certo vorrei sapere se pensano davvero che in Francia (paese scelto a caso tra i fortunati europei) qualcuno comprerà il Nexus 4 fuori dal Play Store, o se si illudono che gli appassionati di acquisti online siano così pochi che una volta visto lo smartphone in un negozio fisico gli preferiscano l'Optimus G.

Ma anche Google non sembra aver riflettuto molto sulla cosa. Dando per scontato che a Mountain View sapessero benissimo che LG non poteva vendere lo smartphone al loro stesso prezzo, è stato ancora una volta Google a dare il suo assenso alla creazione di mercati ottimali e di altri svantaggiosi: o forse anche Larry Page e soci si illudono di vendere tanti Nexus 4 al di fuori dei paesi con Play Devices? Se Google avesse voluto davvero dare una "scarica" al mercato globale col Nexus 4, avrebbe dovuto imporre ovunque lo stesso prezzo, anche al di fuori del suo store, ove questo non fosse presente. In caso contrario la reputo una pessima mossa da parte di Mountain View tanto quanto da parte di LG.

Google Play Devices è una catena di elettronica di consumo online (perché poi in fondo questo è, sebbene limitata nell'hardware) che può permettersi di vendere a prezzi inferiori, dato che tanto i guadagni arriveranno poi dai servizi che la gente acquisterà proprio grazie a quei dispositivi resi popolari dal costo contenuto.

Questo discorso in effetti per LG non vale: essendo un'azienda che realizza hardware è su quello che guadagna, e se non in grado di sostenere la sfida lanciata da un Nexus 4 a 299$, Google non avrebbe dovuto sceglierla come partner, oppure avrebbe dovuto fare della questione prezzo anche un suo problema, perché questo è ciò che è, alla fine dei conti.

I precedenti Nexus non sono mai stati dei best-seller, perché costavano quanto dei top di gamma, non erano necessariamente il meglio del meglio in quanto a caratteristiche tecniche ed erano anche pubblicizzati poco e nulla dalla casa produttrice (= Samsung): le cose potevano cambiare con il Nexus 4, dotato di hardware al top e spinto da un prezzo senza precedenti, tanto che i commenti scettici risalenti ai giorni precedenti la sua presentazione, erano rapidamente spariti una volta resa nota la cifra di 299$. Peccato che, se questo era il piano, gli errori strategici di Google sono evidenti tanto quanto l'incapacità di LG di cavalcare un'onda che poteva portarla molto in alto, anche a scapito di perdite iniziali.

Supponiamo per un attimo però che ci sia un lieto fine: Nexus 4 a 299-349 $/€ per tutti, e Nexus 10 a 399-499 $/€ (sì perché non dimentichiamoci che nemmeno il prezzo del Nexus 10 è ufficiale al momento); la panacea a tutti i mali? Non secondo Engadget, che in un lungo editoriale di ieri si è sapientemente scagliato contro Google ad Amazon per la loro politica dei prezzi troppo aggressiva. È proprio vero che accontentare tutti è impossibile!

Di editoriali credo ormai di saperne una cosina o due, e non a caso ho detto "sapientemente": già il titolo stesso dell'articolo profumava di polemica, che non è certo mancata negli oltre 3500 commenti (lo ammetto: invidia, quindi datevi da fare!), tanto da spingermi (maliziosamente) a pensare che fosse solo quello il suo scopo. La colpa dei due colossi sarebbe infatti quella di affossare la concorrenza che non può permettersi tali prezzi (perché Google e Amazon lucrano sui servizi, non sull'hardware, come già sottolineato prima), portando così ad un impoverimento della scelta e della qualità presenti sul mercato.

Verrebbe da chiedersi come mai allora Apple venda i suoi prodotti al prezzo più elevato di tutti, visto che anch'essa guadagna non poco sui servizi offerti, ma questo i colleghi di Engadget non se lo domandano. Secondariamente ci sarebbe da aggiungere che la competizione non conosce molte regole: se Google e Amazon rilanciano con l'arma del prezzo, sta allora agli altri produttori inventarsi qualcosa che renda i loro dispositivi più competitivi; si chiama innovazione, se non erro. Senza contare che le due aziende non producono il proprio hardware e nessuna delle due punta alla sparizione dei vari OEM, cosa che sarebbe controproducente anche per loro. O forse vogliamo metterci a piangere per la possibile scomparsa di un mucchio di prodotti di qualità medio-bassa che non avrebbero più molta ragion d'essere, se quelli superiori fossero disponibili ad un prezzo più modesto? Qual è mai stato il contributo dei cinafonini (o chi per loro) alla qualità generale del settore?

Personalmente non vedo nulla da temere nella strategia di Google, sia perché al momento presenta delle evidenti falle, come già sottolineato, sia perché i prodotti a prezzo contenuto non hanno mai scalzato quelli di qualità, nemmeno in anni di crisi come quelli che stiamo vivendo (e non mi riferisco solo ad Apple, tutt'altro.

Non mi risulta che 30 milioni di Galaxy S III siano stati venduti a prezzo di costo, tanto per dirne una). La vera rivoluzione sarebbe semmai offrire qualcosa che sia entrambe le cose e offrirla a tutti, ma questo né Google né Amazon lo stanno facendo.

La pensa più o meno come me il buon Linus Torvalds, che questa notte ha detto su Google+ la sua sull'argomento (senza dimenticarsi di lodare l'esperienza stock di Android) con la consueta simpatia: " is Engadget really that stupid? Or just corrupt? Or trolling us all?". Il concetto per lui è che non ha senso lamentarsi se un concorrente produce un prodotto a costo inferiore (perché in fondo denota solo una tua incapacità), ed è difficile dissentire da una tale ragionamento.

Se c'è qualcuno a cui questi Nexus hanno dato la scarica semmai è Apple, che forse per la prima volta ha davvero paura di Android.

E non è il commento compiaciuto di un utente del robottino, ma una constatazione del mercato e del fatto che produrre un dispositivo all'anno non basta più per essere competitivi (e difatti si è già parlato di iPad 4 a poco tempo dalla presentazione del 3). Ormai Android copre ogni possibile fascia non solo in termini di costo ma anche di qualità, e questo è ciò che Apple teme di più, avendo fatto da sempre della qualità il baluardo dietro il quale giustificare i propri prezzi. Android 4.2 è la nuova conferma di un sistema sempre più solido, robusto, sicuro e uniforme (tutti aggettivi accostabili anche ad iOS, sia chiaro) ma con in più la flessibilità tipica del robottino ed una velocità evolutiva decisamente superiore a quella della mela, derivante da anni passati a correre, piuttosto che ad affrettarsi lentamente. Android potrà avere ancora tante cose da limare, come dice anche Matias Duarte, ma lo sta facendo a scapito di una frammentazione mai sanata, passando dalla 4.0 alla 4.2 in meno di un anno.

Il rischio per lui è quello di essere appunto sempre più diviso (e quindi fa bene puntare sui Nexus), il rischio per gli avversari è che prima o poi finiscano le limature.

Il Nexus 4 avrebbe potuto essere una versa scarica il tal senso e guidare la carica dei suoi simili all'arrembaggio del mercato natalizio: così non sarà probabilmente, non ovunque almeno, e non posso fare a meno di vedere in tutto questo l'eterno vizio di Google di fare le cose in perenne beta test (anche se a volte riesce a superarlo), senza portarle davvero fino in fondo come potrebbe. Un giorno o l'altro però potrebbe riuscirci sul serio (questa volta in fondo ci siamo andati davvero vicini) ed allora non si realizzerebbero tanto le paure di Engadget (che somigliano molto a quelle di Apple) quanto i sogni degli utenti, di qualsiasi credo religioso o tecnologico essi siano: prodotti di qualità ad un prezzo contenuto.

E pazienza se l'evoluzione naturale a quel punto partorisse un mercato dove solo questa tipologia potrebbe sopravvivere. Innovazione, mode e hipster non moriranno comunque mai, quindi possiamo dormire tutti sonni tranquilli.