Apple alla caccia di un'ingiunzione preliminare contro il Galaxy Nexus

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Apple alla caccia di un'ingiunzione preliminare contro il Galaxy Nexus

Apple continua con l'attacco al Galaxy Nexus, che in realtà è più una guerra malcelata ad Android stesso, firmando una richiesta per un'ingiunzione preliminare volta a far bandire l'ultimo Googlefonino dagli USA.

In questo caso si tratta di 4 brevetti riguardanti altrettanti elementi software presenti anche su Android, spianando così la strada ad altre cause analoghe in caso di vittoria; ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta:

  • US Patent No. 5,946,647 - la richiesta per questo brevetto risale al 1996 (emanato nel 1999) e copre la rilevazione di dati, come un numero di telefono, in email o pagine web, creando un link a tali dati e dando il via ad un'azione come chiamare quel numero quando l'utente seleziona il link. I dati possono anche includere indirizzi, date, ecc.
  • US Patent No. 8,086,604 - la richiesta per questo brevetto risale al 2000 (emanato in dicembre 2011) e copre la ricerca di molteplici fonti d'informazione (sul dispositivo o altrove) attraverso una singola interfaccia di ricerca, come Siri. Apple cita specificatamente Siri, ma poi puntualizza che anche la ricerca di testo è coperta dal brevetto.
  • US Patent No. 8,046,721 - la richiesta per questo brevetto risale al 2005 (emanato in ottobre 2011) e riguarda lo slide-to-unlock. Sebbene Apple avesse già un brevetto sull'unlock tramite immagine, questo qui vuole allargarne il raggio d'azione — probabilmente per inglobare anche possibili soluzioni alternative implementate da Google ed altri produttori negli ultimi anni.
  • US Patent No. 8,074,172 - la richiesta per questo brevetto risale al 2007 (emanata in dicembre 2011) e riguarda il fornire suggerimenti mentre l'utente digita con una tastiera touch su schermo, dove i suggerimenti possono essere accettati o respinti.

Ancora una volta abbiamo dunque dei brevetti che coprono funzioni davvero molto basilari, tanto che agli occhi di un profano verrebbe da chiedersi se davvero si possa brevettare qualcosa di simile, così basilari che sono inclusi non solo in ogni telefono Android, ma praticamente in ogni smartphone o tablet sul mercato.

Con l'eccezione del primo brevetto inoltre, sono stati tutti emanati piuttosto recentemente, quindi dobbiamo ancora verificare la loro "forza" in un vero processo: ci penseranno ovviamente gli avvocati di Cupertino a testarla a dovere.

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