Microsoft, Apple ed Oracle contro Android: la guerra dei brevetti secondo Google

Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Tech Master
Microsoft, Apple ed Oracle contro Android: la guerra dei brevetti secondo Google

Ha scritto senza mezzi termini né peli sulla lingua David Drummond, vice presidente e amministratore legale di Google, direttamente sul blog ufficiale dell'azienda. Ha condiviso con i lettori quello che pensa sulla cosiddetta "guerra dei brevetti" della quale si sta tanto parlando sul web, accusando Apple, Microsoft, Oracle e tutti gli altri di aver iniziato un'ostile campagna organizzata contro Android.
Ma partiamo dall'inizio.

Probabilmente non si può cercare un vero e proprio principio alla faccenda, perché da ormai parecchi anni noi appassionati leggiamo sui vari blog del settore questioni legali legate all'acquisto e alla violazione di brevetti, ma se c'è da definire un'origine a questo sfogo la si deve attribuire a quanto accaduto all'inizio del mese scorso, con l'acquisizione dei 6000 brevetti detenuti fino a quel momento dalla fallimentare azienda Nortel.
Nonostante anche Big G fosse in gioco per accaparrarsi il tutto, un'insolita alleanza formata da Apple, Microsoft, RIM, EMC e Sony Ericsson si è aggiudicata il pacchetto, che contiene numerose licenze fondamentali per la telefonia mobile.

Secondo quanto scritto da David, questa partnership non è stata casuale, in quanto dal suo punto di vista i rivali stanno cercando in tutti i modi di fermare una piattaforma in continua espansione come Android.

Sebbene ad una prima occhiata si potrebbe considerare esagerato, a ben vedere potrebbe non avere tutti i torti: come specifica all'inizio del suo articolo, essendo nel mondo della tecnologia da più di vent'anni sa come funzionano queste cose: l'obiettivo di questa mossa potrebbe essere rendere Android più "costoso" degli altri sistemi operativi mobile multipiattaforma; leggasi Windows Phone.

Già, perché paradossalmente, nonostante Android venga concesso gratuitamente da Google, in questo modo per ogni dispositivo messo in commercio, l'azienda produttrice dovrebbe pagare 15$ di brevetti, rendendo davvero irrilevante la natura gratuita di Android.

Drummond, per questo motivo, sembra davvero amareggiato, sostenendo che i brevetti, fondamentali per difendere il progresso tecnologico, in questo caso verranno usati, al contrario, per arrestarlo.

Nonostante questo, comunque, alla Big G non si sono ancora dati per vinti: stanno agendo per vie legali e la conclusione del messaggio è, in qualche modo, rassicurante per tutti noi fan:

Non siamo ingenui, la tecnologia è un settore difficile ed in continua evoluzione e noi lavoriamo molto duramente per rimanere concentrati sul nostro business e ottenere prodotti migliori.

Ma in questo caso abbiamo pensato che era importante parlare e far capire che siamo determinati a preservare Android come una scelta competitiva per i consumatori, bloccando quelli che stanno cercando di strangolarlo.

Nient'altro da aggiungere alle parole di David: la questione è spinosa e il nodo è davvero complicato da sciogliere.

Noi non possiamo che attendere e vedere come si concluderanno le battaglie legali tra questi grandi colossi dell'informatica: voi, intanto, fateci sapere cosa ve ne è parso di questa vicenda.

When patents attack Android, l'articolo originale su Google Blog.

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