Non siete soddisfatti del vostro acquisto? Potrete richiedere un rimborso anche dopo 48 ore

Andrea Centorrino
Andrea Centorrino
Non siete soddisfatti del vostro acquisto? Potrete richiedere un rimborso anche dopo 48 ore

I tempi per il rimborso di un'app acquistata tramite Google Play hanno visto, negli anni, diverse variazioni: si è passati da una finestra di 24 ore, ad una di 48, ai tanto odiati 15 minuti, fino ad arrivare alle 2 ore, l'attuale standard. Google ha nuovamente modificato le tempistiche per il rimborso, ma con qualche riserva.

Entro 2 ore dall'acquisto, come già avviene, sarà possibile richiedere il rimborso direttamente dall'app del Play Store (Menu->Account->Cronologia ordini, selezionare l'app e poi Rimborso). Superate le due ore, sarà ancora possibile richiedere il rimborso entro 48 ore, ma sarà necessario seguire una procedura online, alla quale Google risponderà entro 15 minuti.

Ufficialmente, le motivazioni per cui è possibile richiedere un rimborso in questo modo sono le seguenti:

  • Possiamo emettere un rimborso se si è verificato un acquisto non autorizzato sul tuo account o con il tuo metodo di pagamento.
  • Possiamo emettere un rimborso se l'acquisto non è stato consegnato, non funziona o è diverso dal previsto.
  • Possiamo emettere un rimborso (a seconda della situazione specifica) se hai acquistato qualcosa per errore o hai cambiato idea in seguito all'acquisto.
  • Di solito non possiamo invece emettere un rimborso se hai dato a un'altra persona i dettagli del tuo account o del metodo di pagamento, non sono state rispettate le norme di Google oppure non hai protetto il tuo account mediate autenticazione.

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Passate le 48 ore, sarà ancora possibile tentare di richiedere un rimborso, ma bisognerà rivolgersi direttamente allo sviluppatore. In sintesi, il rimborso è certo solo per la finestra di due ore, dopo di che bisognerà affidarsi al giudizio di Google o dello sviluppatore per sperare di rivedere i propri soldi.

Chiariamo che queste regole erano in vigore già da diverso tempo, ma solo ora Google le ha formalizzate aggiornando anche le relative pagine di supporto, rendendole a tutti gli effetti ufficiali.

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