Xiaomi blocca il bootloader di alcuni dispositivi, con non pochi problemi per gli utenti

Un annuncio pubblicato a fine dicembre da Xiaomi sul forum dedicato alla MIUI ha causato importanti grattacapo per la community di sviluppatori e, parallelamente, per gli acquirenti di alcuni dispositivi Xiaomi.

Xiaomi avrebbe infatti scelto di bloccare il bootloader dei (per ora) dispositivi Redmi Note 3, Mi 4c, Mi Note Pro, al momento sul suolo cinese e tramite aggiornamento OTA. La decisione sarebbe dovuta alla sicurezza dei dispositivi che, se venduti con bootloader sbloccato, possono incappare in alcune situazioni sgradevoli per l'acquirente, come ad esempio l'installazione di software malevolo da parte di venditori di terze parti.

Hi MIUIers,

We’ve locked bootloader for Redmi Note 3 since its launching in order to protect user data safety. As we said before, we’ll be making the same change for other Mi devices gradually. Now, the list will include Mi 4c and Mi Note Pro also.

In effetti quanto attuato da Xiaomi non sarebbe un problema se non fosse che il processo di sblocco intenzionale del bootloader, da attuare mediante un procedura lunga ma comunque fattibile, richiede un codice di sblocco che la stessa Xiaomi invia tramite SMS, vagliando ogni singola richiesta (compresa di motivazione!) in tempi che vanno dai 3 ai 21 giorni.

In aggiunta a ciò, pare che abbiano accesso prioritario ai codici di sblocco del bootloader tutti quegli utenti del forum Xiaomi aventi grado Diamond e superiori, il che ovviamente fa storcere ancor di più il naso nei confronti dell'azienda.

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Senza prendere parte al dibattito sulla necessità o meno di vendere un dispositivo con bootloader sbloccato, ci auguriamo che Xiaomi possa migliorare nel breve termine la procedura di rilascio dei codici: sarebbero infatti numerosi gli utenti che avrebbero segnalato l'entrata in bootloop del proprio dispositivo in seguito all'aggiornamento OTA in questione, situazione risolvibile solo sbloccando il bootloader e quindi ritrovandosi per lungo tempo senza il proprio dispositivo, attendendo il codice di sblocco che potrebbe anche non arrivare.