Ma che fine ha fatto Project Ara?

Sono più di 2 anni che sentiamo parlare di Project Ara, ma proprio negli ultimi mesi le comunicazioni si sono interrotte. Ripercorriamone la storia, in attesa del futuro...
Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Ma che fine ha fatto Project Ara?

Era la primavera del 2014, e Project Ara stava prendendo slancio, al punto che all'epoca facemmo un articolo riassuntivo per riepilogare i punti salienti di questo interessante progetto. Il “Grey Phone“, la versione “base” di Ara, era attesa per inizio 2015.

[sentence_dx]Project Ara ci ha fatto sognare negli ultimi due anni[/sentence_dx]

Nel frattempo un prototipo funzionante dello smartphone veniva mostrato al Google I/O 2014, dove l'azienda prometteva premi in denaro per chi realizzasse dei moduli originali. Dal luglio dello stesso anno diveniva disponibile il Module Developers Kit (MDK), necessario appunto per testare tali moduli, ed anche lo sviluppo del software, basato su una versione modificata del non ancora ufficiale Lollipop, sembra procedere bene.

Ad ottobre 2014 si parlava già di un e-store dedicato dove poter acquistare i moduli per espandere Project Ara, e tutto sembrava filare liscio, tanto che a gennaio 2015 arrivò l'annuncio tanto atteso: Project Ara sarebbe stato in vendita a Porto Rico, verso settembre dello stesso anno, con un lancio-pilota molto confinato, per saggiare così le potenzialità del prodotto.

Un po' più tardi del previsto, ma quantomeno era una data ufficiale da appuntarsi sul calendario. O almeno così pensavamo...

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Nel corso della prima metà del 2015 erano emerse informazioni anche su Ara Manager, l'app per gestire e configurare i moduli dello smartphone, ed i lavori sul software sembravano procedere al punto che non si parlava più di versioni separate di Android.

Arriviamo così a fine maggio 2015, quando al Google I/O dello scorso anno veniva nuovamente mostrato dal vivo Project Ara, ma poi, un paio di giorni dopo, la doccia fredda: Paul Eremenko, capo e (fino a quel momento) front man del progetto, lascia Google. Passano così un paio di mesi di relativo silenzio, ed il pilot a Porto Rico viene cancellato, rimandando il tutto ad una non precisata data del 2016 in una ignota località degli USA.

[sentence_dx]Cos'è andato storto? Puerto Rico è mai stato una data reale o solo un'illusione?[/sentence_dx]

Ma non era praticamente tutto pronto, almeno per un primo test? A quanto pare no, ed inizialmente la colpa viene data ai magneti, non così resistenti da superare un drop test; poi è stato detto che invece non c'era stato alcun drop test, con l'account Twitter di Project Ara che cercava anche di scherzarci su, ma il punto è che da fine agosto 2015 c'è stato solo il silenzio.

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Il CES 2016 si è da poco concluso, e di Project Ara non si è vista nemmeno l'ombra. Dopo questo lungo riepilogo potremmo concludere che il progetto si è arenato, ed era ovvio fin dall'inizio che non sarebbe stato un percorso facile, tanto che, quando nel 2013 sentimmo parlare per la prima volta di Bloks ("l'idea" che è confluita in Project Ara) eravamo molto scettici al riguardo.

Gli anni successivi ci avevano però fatto ricredere, ma è ora evidente che quantomeno una battuta d'arresto c'è stata.

[sentence_sx]Uno smartphone modulare è davvero fattibile?[/sentence_sx]

Speriamo comunque che ci sia ancora un futuro per Project Ara, un progetto nel quale in molti hanno creduto e sul quale anche Google sembrava scommettere, ma è anche vero che non sarebbe la prima volta che un dispositivo avveniristico made in Mountain View viene accantonato. La cosa che ci fa più rabbia, al momento, è la totale assenza di comunicazione in materia: i moonshot sono difficili per loro stessa natura, ma se prometti la Luna, non puoi fingere che fosse solo un sogno. E purtroppo, non possiamo che concludere così come abbiamo iniziato: ma che fine ha fatto Project Ara?