Cos'è e a cosa serve una CPU a 64 bit? - Android dalla A alla Z

Emanuele Cisotti
Emanuele Cisotti Tech Master
Cos'è e a cosa serve una CPU a 64 bit? - Android dalla A alla Z

Raramente ci siamo spinti così nel tecnico nella nostra rubrica del dizionario, ma vista l'attualità abbiamo deciso di spiegarvi cos'è un processore a 64 bit e perché può essere utile su Android. Questa guida è pensata per i neofiti o per chi non ha alcuna idea di cosa siano i "64 bit". Per tutti gli altri il nostro consiglio è di leggere la pagina di Wikipedia inglese. È importante specificare come solo fino a pochi anni fa i computer utilizzavano CPU a 32 bit e come solo di recente sono stati tutti convertiti a 64 bit. Prima di tutto è giusto chiarire che l'unico vero componente che cambia a 64 bit è la CPU, ovvero il cervello del vostro telefono e tablet.

Il primo problema, quello più facilmente comprensibile, che ha portato all'introduzione (e la rapida adozione) dei 64 bit è stato il bisogno di supportare più di 4 GB di RAM, che era il limite massimo indirizzabile da una CPU, per un limite matematico di 232 indirizzi (dove 32 è appunto il numero di bit).

In questo modo abbiamo superato questa barriera e abbiamo dato accesso ad un quantitativo superiore di memoria. In realtà però le possibilità offerte dai 64 bit sono ben altre. Il sistema operativo e le applicazioni potranno infatti utilizzare istruzioni lunghe il doppio e quindi in teoria complesse il doppio. Pensate in pratica di poter raddoppiare il vostro vocabolario e poter quindi aprire davanti a voi un'infinità di nuove possibilità dovute ad un linguaggio più complesso e forbito. Questo, in modo macroscopico e quello che succede ad un programma che sfrutta una CPU a 64 bit.

È però necessario che, a ruota, kernel, sistema operativo e poi applicazioni sappiano parlare questo nuovo linguaggio, pena l'impossibilità di supportare (in alcun modo) la nuova piattaforma. Infatti è così, nativamente un'applicazione a 32 bit non può girare su di un sistema a 64, ma per fortuna esistono dei sistemi di "compatibilità" che ne garantiscono il funzionamento (basti pensare a Chrome, ancora a 32 bit su Mac OS).

Android supporterà per la prima volta i 64 bit solo con Android L e, benché verrà garantito supporto alle applicazioni a 32 bit, sarà poi compito degli sviluppatori che vorranno sfruttare le potenzialità dei 64 bit aggiornare le loro applicazioni, riscrivendole.

Come detto questa rapida introduzione al mondo dei 64 bit è tutt'altro che una disamina tecnica, quanto uno strumento per spiegare ai neofiti che i vantaggi di un processore a 64 bit non risiedono in una maggiore potenza o una maggiore velocità, quanto "semplicemente" nel dare accesso alle applicazioni a potenzialità superiori. Le applicazioni che ne possono trarre vantaggio maggiormente sono quelle che eseguono molte operazioni sulla CPU, mentre quelle più semplici non godranno di nessun effetto tangibile.