Editoriale: AndroidWorld sull'evento Google

Emanuele Cisotti
Emanuele Cisotti Tech Master
Editoriale: AndroidWorld sull'evento Google

L'evento Google di ieri sera ha dato ovviamente spunto a molteplici riflessioni, non solo sui nuovi Nexus e sugli altri dispositivi presentati, ma in generale sulle strategie di Google, che abbiamo deciso di raccogliere, come spesso accade in questi casi, in un editoriale di gruppo, dove i vari autori di AndroidWorld.it hanno ciascuno detto la sua, ignari del pensiero degli altri. Pronti alle polemiche / esaltazioni?

Una prevedibile noia

L'evento Google di ieri è stato una noia. Una prevedibile noia se vogliamo dirla tutta. Tutto era stato ormai svelato su questi dispositivi, dalle specifiche arrivando fino al prezzo. Niente era stato lasciato all'immaginazione quando l'evento è iniziato. Ed è per questo che forse le cose più interessanti dell'evento di ieri sono state Sensor Hub e Chromecast Audio.

A peggiorare la situazione una presentazione noiosa, con ingegneri che leggevano direttamente dal gobbo durante tutta la conferenza. Certo, sono andati al sodo (il che è un bene), ma per convincere la stampa generalista che c'è qualcosa di interessante in questi agglomerati di silicio c'è bisogno di qualcosa di più.

Ma non fraintendetemi: tutti i dispositivi annunciati e le novità mostrate sono interessanti. Peccato per i prezzi e per una conferenza decisamente povera. E adesso palla al centro. Si riparte. Ora sta ad Android 6.0 dimostrare di cosa è capace, e ai vari Nexus che, nonostante il prezzo, meritano un po' di attenzione. E forse lo stanno già facendo.

Emanuele Cisotti

Benvenuto iNexus 6P!

I prezzi del nuovo Nexus 6P di Huawei non possono non ricordare quelli che Apple propone per i suoi iPhone. È vero, sono i prezzi per l'Italia ad essere più salati del previsto (strano, non succede mai!), ma Google con questo nuovo Nexus sembra proprio puntare a stuzzicare l'attenzione di chi non guarda l'hardware, ma il prodotto per come appare. Ed è anche nella presentazione di ieri che si è potuto notare questa tendenza: focus sulla fotocamera (che tra l'altro sembra di ottima qualità), sul software e l'ecosistema, sul lettore di impronte, su Nexus Protect, e non sul mero comparto hardware e sulle performance del dispositivo.

Persino Pixel C sembra quasi un prodotto di lusso che mira a competere con gli iPad di Apple e i Surface di Microsoft. Sul Nexus 5X preferisco non dilungarmi più di tanto: si tratterà sicuramente di un ottimo dispositivo, ma il prezzo, considerato quanto costava il buon vecchio Nexus 5, è forse un pelino esagerato.

Per il momento l'unico acquisto sicuro che mi sento di promettere a Google riguarda il nuovo Chromecast, un po' per il supporto (era anche l'ora) a Google Foto, ma sopratutto per poterlo utilizzare con Netflix che sbarcherà in Italia a partire dal 22 ottobre.

Lorenzo Delli

Due nuovi Nexus... e poi?

Quello che è stato ufficialmente svelato nella giornata di ieri era stato, bene o male, largamente anticipato da vari rumor e soffiate che si susseguivano da diverso tempo. Ma tutto ciò che traccia ha lasciato realmente nei fan del robottino? Difficile a dirsi, considerate le "novità" presentate: abbiamo due nuovi Nexus dal prezzo poco soddisfacente considerato il restante mercato e quello che offrono (e potremmo aggiungerci l'estetica), un "nuovo" sistema operativo che ha il retrogusto di mini aggiornamento, due nuovi Chromecast, con profili ricordanti vagamente un clistere, un nuovo PC/tablet che se avrà successo dirà un sonoro addio a Chrome OS.

Rimarrà ben poco da ricordare, nulla di entusiasmante, nulla per cui valga la pena anche lamentarsi. L'appuntamento sarà dunque alla prossima conferenza, dove si spera quanto avvenuto ieri sarà pienamente dimenticato. Con la speranza che Google eviti di attaccare il mercato con due varianti di smartphone poco appetitose, ma soprattutto che rilasci un OS nuovo, fluido, veramente esente da bug.

P.S. In fondo, io ci spero ancora in un Nokia (ormai defunta) con Android 7.0 N(utella).

Massimo Maiorano

Sbadigli e conferme

Una presentazione scialba per delle novità che tanto novità non erano: Google ha fatto i compiti a casa, ma incredibilmente non c'era davvero nulla che non fosse già trapelato. I nuovi Nexus sono "ok" ma saranno sicuramente più accattivanti quando si svaluteranno un po', Marshmallow non è un grande salto generazionale e la funzione più interessante (Now on tap) probabilmente ci vorrà parecchio tempo prima di vederla attiva al di fuori degli USA.

Per fortuna non hanno deluso i due Chromecast e il Pixel C, che risulta essere il prodotto più stuzzicante della serata, sebbene rimanga anch'esso un grande punto interrogativo.

E se state sbadigliando leggendo anche le nostre opinioni, non prendetevela con noi ma con Google! Perché a volte un po' di teatralità in stile Apple non guasterebbe affatto.

Giuseppe Tripodi

La vera sorpresa di Google è una piccola chiavetta audio

Un vero peccato che per questo evento Google le sorprese siano state poche. Dei nuovi Nexus si sapeva già praticamente tutto, così come anche di Android Marshmallow, che dal Google I/O non sembra aver acquisito nuove funzioni. A questo punto dire se fotocamere "spettacolari" (ma senza stabilizzatore) e USB Type-C basteranno per creare il nuovo fascino Nexus e giustificare i prezzi, soprattutto con Marshmallow in arrivo anche sul vecchio Nexus 5, è davvero difficile prima di una prova con mano.

Qualche perplessità anche su Pixel C, che non pecca certamente di spettacolarità e stile, ma se avete mai provato ad utilizzare Android per la produttività, anche solo per modificare un documento un po' più elaborato, capirete che i dubbi non mancano, in particolare sulla tastiera (149 dollari!).

Ho invece apprezzato molto le novità di Google Foto, in particolare la ricerca ancora più intelligente, e l'inedito Chromecast Audio che mi piacerebbe davvero utilizzare per trasformare qualche vecchio impianto stereo, con sonorità e stile di altri tempi, in un moderno speaker wireless.

Cosimo Alfredo Pina

Tra nostalgia e avventura, benvenuti Nexus 5X e Nexus 6P

Per un fan di Android la presentazione dei nuovi Nexus è un evento speciale, di nicchia, pur non avendo quel clamore mediatico che altre aziende riescono a creare, in particolare Samsung e Apple. Stavolta però Google ha presentato molto più di un semplice smartphone.

Ha presentato una vera linea di prodotti, con due smartphone, con il nostalgico ritorno di LG in Nexus 5X e la prima volta di un produttore cinese con Nexus 6P, e un particolare convertibile Pixel con Marshmallow, che sembra avere preso il primo passo sulla strada che porterà il robottino verde sui PC (a tal proposito Google, ti sbrighi ad aggiungere il Multi Window?).

Per la prima volta nella storia c’è un Nexus, quello di Huawei, senza compromessi, almeno sulla lista delle caratteristiche tecniche. Ce n’è un secondo, quello di LG, che dopo tanto tempo (appunto da Nexus 5) torna ad essere un Nexus che consiglierei ad un amico. Si possono poi valutare altri fattori, come la discutibile estetica di Nexus 6P, anche se forse meno drammatica di quanto i leak avessero fatto pensare. Oppure i 2 GB di RAM di Nexus 5X, un ritorno all’epoca di Nexus 4 (e di iPhone 6S).

La verità è che l’obiettivo di Google non era creare due Nexus di dimensioni diverse, ma crearne due con diversi target di pubblico: uno per tutti e uno per gli appassionati. Per giudicarli ci sarà tempo: non sarebbe giusto sprecare troppe parole basandosi solo sulla scheda delle caratteristiche tecniche. Per inveire contro i prezzi invece, ottimi negli USA quanto ingenerosi per noi europei, è già il momento più adatto.

Lorenzo Quiroli

Le indiscrezioni che rovinano gli eventi, ed a volte anche gli acquisti

Le novità presentate ieri, a conti fatti, sono state poche: sfortunatamente per chi apprezza scartare i regali la mattina del 25 dicembre e non la notte prima, le notizie più importanti erano trapelate già da diverso tempo. Se da un lato questo ci ha permesso di fantasticare, e di organizzare meglio i nostri acquisti (prima del leak di Chromecast 2 avevo già messo nel carrello di Amazon la prima versione ed ero ad un passo dall'acquisto, ora ho già effettuato l'ordine sul Google Store del nuovo modello), dall'altro quando le aspettative paventate dalle indiscrezioni non si sono tramutate in realtà, la delusione ha ingigantito i difetti.

Prendiamo, ad esempio, della mancanza dell'OIS su Nexus 6P (tanto per non lamentarci dei soli 2 GB di memoria di Nexus 5X): per molti già è bastato questo per dire "scaffale". Ma cosa sappiamo realmente sulle capacità fotografiche di questo Nexus? Chi sa se, magari tramite Android Sensor Hub, lo smartphone non riesca a compensare i tremolii della mano ed a scattare foto perfettamente nitide? La delusione in questo caso sarebbe arrivata comunque una volta finita l'euforia della conferenza, ma non sarebbe stato un "no a prescindere": ci sarebbe stato solo un ragionevole dubbio. Certo è che, una volta visti i prezzi in Italia, di dubbi non ne ha avuti più nessuno...

Andrea Centorrino

Android Grinch Police

Avete presente quell’insopportabile dolore maschile che si irradia fino al basso ventre? Ecco, sono i sintomi del calcio nelle palle. Un po’ come quello che ci ha dato Huawei Nexus 6P, mostrando il suo prezzo italiano.

Con quel simpatico “a partire da” che sa tanto di effetto post-raccolta della saponetta in doccia. Comunque, non c’è da biasimare Google. L’azienda di Mountain View, infatti, ci ha passato una chiara dichiarazione in Comic Sans che sottolineava la mancanza di tempo per la stesura dei copioni. Poi sappiamo tutti come è andata: Android Police ha dato gli articoli a Google, e quest’ultima li ha recitati con un certo tono di sconfitta.

Dunque per tutta la durata della diretta streaming ho spuntato i vari annunci a mo' di lista della spesa e annuivo quasi infastidito dalla scontatezza degli eventi. Ecco perché mi arrabbio quando mi spoilerano i regali a Natale. Si perde la magia, fottuti senza cuore. Nulla quindi mi ha veramente entusiasmato, a parte il Pixel C. Non è che mi ha fatto saltare dalla sedia, su quello ci riuscirebbe solo Katy Perry con una delle sue performance.

So soltanto che, se lo avessi tra le mani, lo utilizzerei parecchio, e non solo per vedere Katy Perry. Interessante anche Chromecast 2 il quale, probabilmente, con la connessione da terremotato che mi ritrovo, funzionerà alla grandissima, come la marmellata sul burro d’arachidi, ma mangiabile a cinque fps.

Insomma, chi dobbiamo rimproverare? Google per il poco entusiasmo o Android Grinch Police? Taglierei la testa al toro, anzi, ad entrambi i contendenti. In senso figurato, eh. Ma non troppo.

Giorgio Palmieri

Google non è un'azienda che fa hardware, e si vede

Non ci girerò tanto attorno. Nexus 5X non è quello che molti speravano. Non è un top di gamma a basso costo. Non è nemmeno un top di gamma, e se non è a basso costo da noi, non lo si può definire stracciato nemmeno negli USA, dove costa comunque 379$. Nexus 6P è invece un modello di punta, in linea con le cifre che ultimamente Huawei chiede per i suoi top di gamma.

Ed a Google poco importa. I Nexus sono un simbolo, sono un modo per Google per dire ai suoi vari partner: "guardate cosa anche voi potreste fare". Non sono smartphone che vogliano sfondare il mercato, non lo sono mai stati, ed a questo è bene ormai rassegnarsi.

Pixel C è un puro esercizio di stile: bello ma inutile, se non provi a rendere Android più a misura di PC. Si sono addirittura dimenticati di un touchpad sulla tastiera! Ed è caro, anche in America, al punto che non oso pensare quanto potrebbe costare qui da noi.

Infine veniamo alla parte col buco della ciambella: i due Chromecast. Naturale evoluzione il primo (inutile farlo colorato dato che non deve stare in bella vista), naturale passo in avanti Chromecast audio. Google è così: ogni tanto tira fuori dal cilindro qualcosa di semplice, a basso costo, che a suo modo rivoluziona il mercato o comunque gli dà una scossa.

È stato così per Chromecast, o per Cardboard, ma, casomai non fosse abbastanza chiaro, non è e non sarà così per i Nexus. Ed a questo è bene ormai rassegnarsi.

Nicola Ligas