"Android Brillo" non è ubriaco, ma un possibile nuovo software per l'internet delle cose

Che sia la rinascita di android@home o meno, Google potrebbe fare sul serio con la smart home ed i gadget interconnessi.
Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
"Android Brillo" non è ubriaco, ma un possibile nuovo software per l'internet delle cose

Il nome fa indubbiamente sorridere noi italiani, ma "Brillo" potrebbe essere la risposta di Google a sistemi quali il recente LiteOS di Huawei e altri, anche italiani. Google vorrebbe infatti avere un suo software su qualsiasi dispositivo in grado di connettersi ad internet, anche quelli che fanno parte del così detto "internet delle cose" (abbreviato IoT): tutti quei dispositivi, dalla TV al frigorifero, agli speaker, in grado di collegarsi in qualche modo alla rete, che abbiano o meno uno schermo con cui interagire.

Si tratterebbe di un sistema particolarmente leggero, in grado di girare su dispositivi con RAM nell'ordine dei 32/64 MB, ma che dovrebbe in qualche modo essere sempre basato su Android, magari spogliato il più possibile nell'interfaccia e reso più modulare. La scelta di rimanere fedele ad Android avrebbe comunque un senso, permettendo così a tutte quelle (tante) aziende che già lo utilizzino di sviluppare nuovo software in modo lineare rispetto a quanto fatto finora.

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Si tratterebbe insomma del prossimo passo evolutivo di Android, che potrebbe così ancor più facilmente di adesso arrivare su lampadine smart, forni intelligenti, acquari e qualsiasi altro dispositivo con un minimo di tecnologia possa venirvi in mente. È possibile che novità in merito arrivino già al Google I/O della prossima settimana, ma al momento si tratta solo di voci ufficiose, pertanto non consideratele immutabili e verificate.