Back to Bed, la recensione del puzzle game di Bedtime Digital Games

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Back to Bed, la recensione del puzzle game di Bedtime Digital Games
Back to Bed (1)

Se non riuscite a dare un senso al folclore del vostro gioco, film, cortometraggio, racconto, libro o quant’altro, ambientatelo in un sogno. Lì tutto è possibile, e guai a chi fa domande sulla coerenza del tutto. Avranno pensato a questo i ragazzi di Bedtime Digital Games prima di sviluppare Back To Bed? In ogni caso, questa è la nostra recensione.

Presentazione

Back to Bed (2)

impersonerete il subconscio di un sonnambulo

Back to Bed racconta la storia del sonnambulo Bob e del suo subconscio Subob che, per la cronaca, è un cane con la faccia di Bob. Conviene metabolizzare il tutto, perché è il giocatore a vestire i panni proprio del leggermente-raccapricciante Subob, impegnato ad aiutare il suo "padrone" (o quel che è) nella gloriosa impresa di raggiungere il caldo letto di casa, facendogli deviare il percorso con delle enormi mele sparse nell’ambiente di gioco. Se Bob incontra una mela mentre sta camminando, egli cambierà direzione in senso orario.

Le mele sono limitate, dunque il giocatore dovrà spostarsi lungo il livello portando i frutti nei punti giusti per permettere al povero Bob di farsi una bella dormita. Poche ed essenziali regole per un gameplay, purtroppo, non privo di pecche.

Giocabilità

L’incipit è quello di un rompicapo coadiuvato da un’impalcatura visiva notevole, che analizzeremo a breve. Soffermandoci sull’aspetto giocabilità, Back to Bed propone due sistemi di controllo: uno via puntamento, assolutamente sconsigliato, e l’altro via controlli virtuali a schermo, un sistema che non riesce a sposarsi bene con lo stile isometrico adottato.

Back to Bed (5)

durata complessiva che supera di poco l’ora di gioco

Correre all’impazzata tra un punto e l’altro del livello per spostare le mele si rivela un’operazione atta a rendere l'esperienza più movimentata, più action, ma è pervasa da una certa macchinosità, proprio a causa del level design, ottimo dal punto di vista visivo, meno in quello ludico, sempre a causa dei controlli.

Gli stessi enigmi sono coadiuvati da un livello di difficoltà decisamente basso, che non premia il giocatore in maniera esauriente a causa dell’assenza di un sistema di valutazione qualsiasi.

Proprio quando il titolo inizia a fare sul serio con qualche trappola interessante, Back to Bed finisce, per una durata complessiva che supera di poco l’ora di gioco. Ci penserà la modalità Nightmare a mettervi i bastoni tra le ruote in maniera più sostanziale, ovvero una riproposizione degli stessi livelli ma con un maggiore livello di sfida. Una buona formula sviluppata però marginalmente che, però, garantisce dell’intrattenimento scorrevole e, nonostante tutto, soddisfacente. Il merito è soprattutto del comparto visivo.

Comparto Audiovisivo

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Niente da eccepire sul lato artistico

I richiami a personalità artistiche importanti sono molteplici: pennellate e figure daliniane, spunti tecnici ispirati alla pittura metafisica di De Chirico, e come non citare l’ingegno di Escher, ancora qui protagonista dopo l’esordio suggerito a Monument Valley.

Niente da eccepire, dunque, sul lato artistico, che risulta evocativo e ben studiato.

Peccato per la parte audio, solo di contorno e poco incisiva, realizzata però con un certo criterio: il narratore è dotato di un tono di voce strambo, come se dicesse le frasi al contrario, ma in realtà le sta pronunciando correttamente, il che contribuisce a rendere atmosfera del gioco ancora più surreale e onirica.

Prezzo e acquisti in-app

Il prezzo per questa fatica di Bedtime Digital Games è di 3,02€, cifra sprovvista di acquisti in-app. Non aspettatevi la cura riposta nei giochi proposti a questo prezzo, ma c’è da ammettere che il mobile gaming ci ha abituati abbastanza bene nel corso di questi mesi.

Giudizio Finale

Back to Bed è un rompicapo ordinario. Il che non è necessariamente un difetto, se non fosse che una direzione artistica tanto ispirata chiede a gran voce un gameplay più studiato per la struttura ricreata dai ragazzi di Bedtime Digital Games.

Alla fine si tratta di un’esperienza che non si discosta poi molto dai canoni del classico rompicapo casual, con enigmi semplici, e altri banali, limitati da meccaniche che risultano poco più che embrionali. Si poteva fare di più, sicuramente molto di più nello sviluppo della parte dedicata al gameplay ma, tutto sommato, Back To Bed è un discreto puzzle game, che di sicuro gli amanti degli impianti visivi accattivanti non si lasceranno sfuggire.

PRO CONTRO
  • Direzione artistica ben orchestrata
  • Scorrevole e delizioso
  • Meccaniche rudimentali
  • Controlli non sempre efficienti

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