The Snappening: furto di immagini da Snapchat, 13 GB di foto in rete

Giuseppe Tripodi
Giuseppe Tripodi Tech Master
The Snappening: furto di immagini da Snapchat, 13 GB di foto in rete

Negli ultimi anni è difficile non aver sentito parlare di Snapchat: per chi non lo conoscesse, si tratta di un client di messaggistica istantanea la cui peculiarità è la possibilità di far autodistruggere i messaggi dopo un certo lasso di tempo. Per questa sua caratteristica, è molto usato negli Stati Uniti (e non solo) tra gli adolescenti che vogliono scambiarsi scatti piccanti.

Dopo aver rifiutato miliardi di dollari da Facebook e Google che avevano tentato di acquisirlo, Snapchat aveva passato un brutto momento per il furto di 4,6 milioni di numeri di telefono prelevati dai suoi database: oggi la faccenda è anche peggiore, visto che ad essere pubblicate in rete sono 13 GB di foto.

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Si parla di circa centomila immagini finite sul web: i primi dati collegano il furto a SnapSaved, un client per Snapchat basato sull'accesso web che consentiva di salvare gli scatti ricevuti.

Intanto, i fondatori del software originale prendono le distanze dall'hacking, dichiarando che i loro server non sono stati violati e che il furto è stato possibile solo a causa dell'utilizzo di app di terze parti da parte di alcuni utenti.

The Snappening, questo il nome del caso mediatico, ovviamente ispirato al più recente The Fappening, è l'ennesima prova che il web è un posto tanto bello quanto pericoloso: ricordiamo che, trattandosi di foto di minori, far circolare o anche solo scaricare il file può costituire reato di pedopornografia. Prima di concludere ribadiamo ancora una volta che bisogna pensare sempre alle possibili conseguenze prima di far passare dalla rete qualsiasi informazione (o, peggio, foto!) di sé.