Soul Fjord, la recensione del roguelike di Airtight Games e Kim Swift

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Soul Fjord, la recensione del roguelike di Airtight Games e Kim Swift
Soul Fjord icona

Se prendessimo due universi diametralmente opposti e li unissimo, cosa succederebbe? Cosa accadrebbe se due mondi come la mitologia nordica e la musica anni ‘70 si incontrassero? Non state ad impazzire, perché la risposta ve la da Soul Fjord, titolo in esclusiva per OUYA sviluppato da Airtight Games e Kim Swift, creatrice di produzioni del calibro di Portal e Left 4 Dead. In molti hanno creduto al progetto, tant’è che si vociferava fosse la prima, vera killer application in esclusiva su OUYA: sarà la grande aspettativa ad essere ripagata da un sincero risultato positivo? Noi vi diciamo la nostra, come sempre, attraverso la recensione completa.

Giocabilità

Il protagonista dell’avventura, Magnus Jones, è passato a miglior vita, ma almeno lo ha fatto con stile, combattendo orde su orde di nemici: peccato che uno di questi lo abbia preso alla sprovvista uccidendolo sul colpo. Inutile piangere sul latte versato, anche perché finalmente il nerboruto Magnus Jones potrà accedere al nightclub dell’aldilà più ganzo di sempre: il Valhalla.

Purtroppo, però, sarà per la sua stramba capigliatura (un guerriero nordico caratterizzato da tratti afroamericani? Ma quanto è stiloso?), o per il suo gusto dell’orrido in termini di vestiario, l’accesso al Club Valhalla gli viene negato. E quale metodo migliore per riprendersi il posto che gli spetta? Semplice: farsi strada tra le ramificazioni del Yggdrasil combattendo ogni singolo cattivone che gli si presenti davanti, accompagnati dalle note di una soundtrack funky. La premessa è senza dubbio originale, ma in cosa si sostanzia il gameplay?

I boss, seppur pochi, sono stilisticamente ben curati.

I boss, seppur pochi, sono stilisticamente ben curati.

Ciò che contraddistingue questo titolo dai soliti dungeon crawler è l’atipico sistema di combattimento

Soul Fjord appartiene al genere dei dungeon crawl, ma la formula è supportata da una forte componente roguelike. In parole povere, si tratta di un hack and slash con morte permanente e mappe casuali, dove l’obiettivo è trovare l’uscita del livello sbaragliando nemici e raccogliendo equipaggiamento e oggetti. Ciò che contraddistingue questo titolo dai soliti dungeon crawler è l’atipico sistema di combattimento, che è influenzato dai giochi musicali.

Infatti, proprio sotto i piedi del nostro eroe, scorreranno delle note: premendo il tasto d'attacco si darà vita ad una sequenza da premere a ritmo per creare una combo ed infliggere danni ai nemici. Qualora si dovesse mancare un nota, la combo verrà annullata e saremo scoperti ad eventuali attacchi nemici.

I tasti d’attacco da alternare sono sostanzialmente tre: O per l’attacco leggero, U per quello pesante, e la Y per il colpo critico. Non viene data la libertà al giocatore di scegliere quale attacco usare, perché va seguito il ritmo legato all’arma impugnata. Questo vuol dire che, ad esempio, una spada potrà avere una sequenza di soli O, mentre un martello avrà una più difficile intervallata da alcune U. Chiaramente più è difficile eseguire la combinazione, più danni si infliggeranno. Ogni arma ha una percentuale di critico variabile, e questo decreterà con quale probabilità la nota critica potrà mostrarsi lungo la sequenza: essa è raffigurata da un contorno giallo attorno al cerchio di una nota O oppure U e, per attivarlo, andrà premuto il tasto Y indipendentemente dalla nota mostrata.

Anche il sistema di parata è legato alle sequenze musicali, ed infatti bisognerà premere il grilletto a tempo per parare i colpi dei nemici, ed ovviamente anche questi andranno sempre a ritmo con la sequenza sotto i piedi del protagonista.

Evocare l'ira dei fulmini? Lo stai facendo con stile.

Evocare l'ira dei fulmini? Lo stai facendo con stile.

Più difficile a dirsi che a farsi questo sistema di combattimento che, seppur divertendo inizialmente, mostra il fianco nelle battaglie più articolate. Risulta difficile infatti prestare attenzione al combattimento poiché gli occhi del giocatore sono fissi sulla sequenza musicale, non facendogli capire quando parare, o quando è meglio allontanarsi dai nemici.

Un bozzetto degli artisti di Airtight Games.

Un bozzetto degli artisti di Airtight Games.

Questo continuo cambio di focalizzazione, unito al fatto che gli attacchi sono stazionari rendendo difficili i combattimenti contro nemici in movimento, provoca nell’utente un senso di confusione che potrebbe infastidire non poco, ma effettivamente, dopo averci preso la mano, il gioco inizia a gratificare e a divertire, complici anche i tanti oggetti da raccogliere ed equipaggiare. Infatti, oltre ai consumabili che garantiranno bonus temporanei, come maggiore attacco o punti esperienza extra, sono presenti scudi, armi, elmi e armature, e ognuno di questi donerà sia un aumento delle statistiche, che una personalizzazione estetica visibile sul personaggio.

Tirando le somme, Soul Fjord offre di sicuro un’idea originale e complessivamente divertente, ma è minata da diversi problemi creati proprio dalla stessa idea che ne sminuiscono il coinvolgimento generale.

Contenuti

Contenutisticamente Soul Fjord non stupisce, poiché ad intaccare la longevità già di per sé esigua (si tratta di soli nove piccoli livelli che richiedono giusto un’oretta di gioco per essere completati) si mette dritto il bilanciamento della difficoltà.

Occhio ai vecchietti ballerini, sono decisamente odiosi.

Occhio ai vecchietti ballerini, sono decisamente odiosi.

 il gioco mostra delle potenzialità nel level design

Sebbene sia possibile rigiocare l’intera avventura in modalità hardcore dopo averla finita a livello normale, ci è sembrato che gli sviluppatori non abbiano prestato particolare attenzione all’equipaggiamento e alla sua acquisizione. Nello specifico, questo potrà essere trovato a terra dopo aver ucciso i mostri, oppure comprato dal simpatico mercante presente in alcune sezioni del gioco, ma gli oggetti più potenti risiedono negli scrigni che necessitano di Record per poterli aprire, particolare valuta ottenibile in-game o acquistabile via in-app purchase.

Gran parte dell’equipaggiamento contenuto in questi scrigni è molto potente e sbilancia il livello di sfida, portandolo verso il basso e snaturando un po’ la crudeltà del genere roguelike. Anche lo stesso algoritmo di generazione dei livelli non riesce a garantire una certa varietà, e se si unisce questo fattore alla poca durata del viaggio (e ai soli tre boss) si ottiene una offerta contenutistica solo sufficiente. È un vero peccato perché il gioco mostra delle potenzialità anche nel level design stesso, con trappole disseminate in alcune sezioni e altre chicche che cercano di rinfrescare l'esperienza, ma si tratta solo di piccole idee non sviluppate appieno. I ragazzi di Airtight Games hanno promesso, però, ulteriori contenuti in futuro.

Comparto Audiovisivo

si notano dei vistosi cali di frame nelle fasi più concitate dell’azione

Il comparto audiovisivo di Soul Fjord è semplicemente delizioso. L’idea di fondere due mondi completamente opposti si è rivelata vincente soprattutto nella parte estetica del gioco.

Dai dungeon che spaziano da discoteche a paesaggi invernali, agli stessi mostri vestiti con uno stile irriverente, tutti gli elementi grafici sono contraddistinti da una forte caratterizzazione che abbiamo particolarmente apprezzato. Purtroppo non è tutto rose e fiori: nelle fasi più concitate dell’azione, si notano dei vistosi cali di frame rate dovuti alla mole di effetti a schermo.

La situazione si complica quando ci sono troppi nemici a schermo, sia dal punto di vista ludico che tecnico.

La situazione si complica quando ci sono troppi nemici a schermo, sia dal punto di vista ludico che tecnico.

Per quanto riguarda il sonoro, non ci ha sorpreso più di tanto: è sicuramente ben fatto, accattivante e discretamente amalgamato con il gioco, ma non così tanto da sposarsi con l’intera struttura come avrebbe dovuto fare. Nel complesso siamo di fronte ad un buon lavoro artistico, peculiare e ben curato.

Prezzo

Parare è davvero molto difficile.

Parare è davvero molto difficile.

Soul Fjord è disponibile su OUYA gratuitamente, prezzo supportato però dagli acquisti in-app. Non fatevi ingannare da questa frase, perché gli in-app purchase sono legati unicamente all’acquisto di ulteriori Record. Questa valuta, oltre che ad aprire gli scrigni speciali, serve ad effettuare il soulbound su di un oggetto.

Infatti, una volta morti, perderemo tutti gli oggetti in nostro possesso tranne quelli con il soulbound, ossia gli oggetti legati al personaggio. Per effettuare questa operazione serviranno cinque Record, e questi potranno essere trovati sconfiggendo i boss e distruggendo i cristalli disseminati per i dungeon. Abbiamo notato una certa generosità da parte del gioco, anche perché gli stessi oggetti presenti negli scrigni saranno già corredati del legame soulbound, quindi non possiamo che complimentarci con gli sviluppatori per aver reso davvero secondari gli acquisti in-app.

Giudizio Finale

Consci dei limiti nel gameplay e nella struttura contenutistica, ci sentiamo di consigliare quest’ultima fatica di Airtight Games a tutti i possessori di OUYA. Il merito va all’idea originale e all’accattivante comparto audiovisivo che riescono insieme a creare un connubio appagante e discretamente orchestrato. Soul Fjord non è di sicuro il titolo capace di dare una spinta tangibile alla piccola console Android, ma è un’esperienza piacevole, gratuita e divertente, una buona base su cui costruire ulteriori contenuti in futuro.

Non tutti potrebbero digerire le pecche della produzione, ma è senza dubbio un prodotto da provare se siete tra quelli che hanno dato fiducia al progetto OUYA.

 

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