Google si scusa nel suo blog per i disservizi di ieri

Nicola Randone
Nicola Randone
Google si scusa nel suo blog per i disservizi di ieri

Chi utilizza frequentemente la rete e nello specifico i servizi di Google avrà sicuramente notato che, nella giornata di ieri per 25 minuti, Gmail, Google+, Calendario e Documenti sono stati inaccessibili.

La prima idea che viene in mente davanti ad un disservizio così prolungato da parte di Big G è un problema del nostro provider, in realtà questa volta la colpa è tutta dei ragazzi di Mountain View che proprio ieri si sono scusati ufficialmente con un post sul blog ufficiale.

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Per i numerosi utenti curiosi sulle ragioni del blocco, Google spiega che la causa è da imputare all'errore di un sistema interno dedicato alla generazione di configurazioni che, a causa del bug, ha inoltrato una configurazione non corretta a tutti gli altri sistemi. Non appena gli ingegneri di Google si sono accorti del problema, il down è stato risolto con la generazione di una nuova configurazione, questa volta corretta.

Il disservizio è durato 30 minuti circa, giusto il tempo che impiegano i sistemi per distribuire l'errore e poi la sua correzione su tutti i server di Google.

L'ingegnere Ben Treynor, che si firma nel post in questione, spiega inoltre che l'intera equipe è già al lavoro per evitare recidive e che verranno organizzati nuovi criteri di monitoraggio affinché un errore del genere non possa più generare un'interruzione del servizio di tale portata.

Da parte nostra siamo assolutamente sicuri che i tecnici e gli ingegneri di Google prenderanno la cosa molto sul serio, la maggior parte di noi non si stupisce granché quando a cadere è la connessione di Infostrada, piuttosto che quella di Telecom Italia o di Vodafone, al contrario quando ad essere interessati sono i servizi di Google, si immaginano motivazioni ben più serie e sicuramente ben lontane da banali errori di configurazione software.... esagerando un po', durante il fatto qualcuno potrebbe aver pensato di portare la sua famiglia in un rifugio antiatomico.

Fonte: Google Blog