"Gem": questo il possibile nome in codice del primo smartwatch di Google. E Sauron e Molly chi sono?

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
"Gem": questo il possibile nome in codice del primo smartwatch di Google. E Sauron e Molly chi sono?

Per (probabilmente) i molti di voi che non li conoscessero, Artem Russakovskii e Kellen Barranger sono rispettivamente fondatori di Android Police e di Droid-Life, due noti siti nel panorama internazionale Android.

Li citiamo perché entrambi hanno recentemente speculato in merito ad un possibile prossimo smartwatch di Google, del quale in realtà si è sentito vagamente parlare anche in passato. Entrambi riportano che il nome in codice sarebbe Gem, e se due indizi non fanno una prova, quantomeno un po' di attenzione la destano. Lo smartwatch potrebbe essere annunciato già assieme ai prossimi Nexus e ad Android 4.4, in un evento che si terrà a fine ottobre (entrambi parlano proprio del 31, ma sono informazioni vecchie, e date di questo tipo sono facilmente soggette a cambiamenti).

Ma i "rumor" non si fermano qui: ci sarebbero altri due potenziali dispositivi Nexus in lavorazione, nome in codice Sauron e Molly, che potrebbero arrivare anch'essi a fine mese.

Ulteriori dettagli in merito sono del tutto assenti: uno dei due potrebbe essere il nuovo Nexus 10, il cui nome in codice non è mai stato rivelato, e l'altro qualcosa di completamente inedito (un altro Nexus Q? Una console?), oppure potrebbero essere entrambi delle novità.

E se questo ancora non bastasse, ci sono altri due nomi in codice da gettare nella mischia: Leep e Shining collegati ad Android@Home, un framework per la domotica, in grado di interconnettere le periferiche di casa e controllarle tramite i nostri dispositivi Android; ma al riguardo non ci sono nemmeno ipotetiche date di rilascio.

Prima di lasciarvi ai commenti, ci teniamo ad una precisazione finale: nessuno dei due autori si sente troppo sicuro su queste voci (in particolare gli ultimi due paragrafi), e anche se su Gem e su una presentazione a fine mese entrambi concordano, questo non vuol dire che le loro rispettive fonti siano esatte.