Samsung continua a barare nei benchmark, questa volta con Galaxy Note 3

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Samsung continua a barare nei benchmark, questa volta con Galaxy Note 3

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Se ben ricordate infatti, Samsung era già stata accusata di alterare aumentare volutamente le performance del Galaxy S4 in alcune app di benchmarking, in particolare con la variante Exynos dello smartphone; ovviamente l'azienda aveva prontamente smentito, pur senza convincere più di tanto.

Secondo un nuovo report di Ars Technica, la cosa si ripeterebbe anche sul Galaxy Note 3 USA con Snapdragon 800, che non appena avviato un benchmark, impedisce in pratica l'idle della CPU, bloccandola al massimo della frequenza e tenendo attivi tutti e quattro i core. Di per sé questo non dovrebbe cambiare nulla, ma è comunque sintomo del fatto che lo smartphone tratti l'app diversamente dalle altre.

Un po' come accadeva con Galaxy S4, sembra che Note 3 abbia un elenco di noti benchmark, tra i quali Geekbench, sul quale sono state eseguite delle prove: prima lasciando girare l'app come sempre, e poi caricando sullo smartphone una identica versione di Geekbench, ma col package rinominato in Stealthbench, in modo che Note 3 non la rilevasse nella sua speciale lista.

Il risultato? Eccolo qui sotto:

E quali sarebbero quindi i benchmark coinvolti? Tutti i più noti: Geekbench, Quadrant, AnTuTu, Linpack, e GFXBench. Samsung a suo tempo si era giustificata dicendo che questo aumento di performance avveniva anche in altre app, come browser e video player, mentre per preservare l'autonomia non era presente in quelle meno esigenti. In questo caso però non c'è traccia di applicazioni che non siano benchmark.

Puntare il dito contro l'azienda coreana è insomma piuttosto facile, e al momento non sono seguite repliche concrete, se non qualche commento di diniego.

Nel gioco della rincorsa al miglior benchmark, saremmo comunque curiosi di vedere chi ha davvero la coscienza pulita, e forse è per questo che ultimamente in molti sembrano essersi dedicati al nobile proposito di ridefinire gli standard per l'analisi delle piattaforme mobili. Forse però, dovremmo prima ridefinire lo standard di "onestà intellettuale", anche se lo vediamo come un obiettivo ancor più irraggiungibile.