Play My Music: Netsky, David Bowie, The Alan Parson Project, Rage Against The Machine, Metallica
Vi stanno appassionando le nostre rubriche? Eccoci di nuovo insieme per un nuovo appuntamento settimanale con il meglio della musica, di qualsiasi genere, penso che ormai l'abbiate capito, presente su Play Store. Prendete la vostra tazza di caffé e rilassatevi 10 minuti. Qualcosa di interessante ne salterà fuori. Per gli altri appuntamenti della rubrica vi basterà un click qui.
Netsky
Netsky
28 Maggio 2010
Hospital Records
Oggi vi parlo ancora di un ragazzo prodigio della musica elettronica: Netsky. Un ragazzo che ad un primo sguardo non potreste mai pensare che vi farà sudare e ballare così tanto. Il flow della sua Drum & Bass è intrigante, fluido e alienante. Qualcuno la definirebbe Liquid Drum & Bass. Noi la chiamamo bella musica. L'album omonimo (di lancio) del ragazzo belga (21 anni nel 2010) non è stato il successo di vendite del bis, ma è qualcosa più da puristi. Il singolo estratto è solo uno, Moving With You (cantato da Jenna G), e suadente è l'unico termine per descriverlo.
Se il groove è simile, Let's Leave Tomorrow ha però quel qualcosa in più capace di farvi innamorare di qualsiasi cosa durante il vostro cammino, durante il suo ascolto. Chiude Porcelain. Attenzione alle emozioni che può causarvi in una giornata di pioggia. Potreste non tornare indietro.
Vi piacerà se: se vi piace la vera musica drum & bass, quella underground, morbida e infinita. Tredici tracce come se fossero una sola. Una sola armoniosa, ballabile e rilassante traccia.
Emanuele Cisotti
The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars
David Bowie
1972
RCA
Anno 1972: gli hippy stanno "passando di moda" e sulla scena mondiale il punk è il nuovo movimento pronto ad esplodere, ma prima della consacrazione di borchie e creste c'è il Rock 'n' roll col rossetto, come lo definiva John Lennon: il Glam Rock. Si tratta di unovimento che avrà tra i suoi massimi esponenti David Bowie, nelle vesti dell'alieno androgino Ziggy Stardust: personaggio inusuale e sessualmente ambiguo, Ziggy è una rockstar di plastica, ultimo eroe in un mondo sull'orlo dell'apocalisse.
Ad impersonarlo è lo stesso Bowie, con parrucche fluorescenti e pesante trucco: tanto appariscente e kitsch nell'aspetto fisico è l'artista, quanto sfrontate e pompose sono le undici tracce presenti in quest'album, deciso sfottò alla mentalità bigotta. Musicalmente parlando, nel disco si ascolta un rock "acido" e decadente, che in molti aspetti presagisce il movimento punk e lascia trasparire l'influenza dell'amico Iggy Pop. Tra ballate romantiche e falsetti, apprezzerete il mondo melodrammatico che Bowie ha costruito per noi.
Vi piacerà se: amate il punk delle origini e se siete alla ricerca di un album decisamente sfrontato per arricchire la vostra cultura musicale.
Giuseppe Tripodi
Original Album Classics
The Alan Parsons Project
2013
Sony
Difficile dimenticare il giorno in cui vidi Pyramid sugli scaffali del mio negozio di dischi preferito; il nome del gruppo era il progetto di Alan Parson… cosa mi ricordava il nome?! E subito torno con la mente ad Atom Heart Mother dei Pink Floyd: tecnico del suono, Alan Parson.
Il giovane fonico che si intravede al banco suoni del Live At Pompei ha deciso poi di percorrere una strada tutta sua con l'amico e compositore Eric Woolfon. Pochi oggi conoscono il nome di Alan Parson ma basta sentire Limelight (inclusa in questa raccolta nell'album Stereotomy) per ricordare subito la canzone della lavatrice o The Gold Bug (inclusa nell'album Turn of a friendly card) per tornare subito allo Stock 84. Al di là della fortuna commerciale la band ha realizzato delle opere importanti che hanno trovato una loro collocazione nel pop-prog anni '80 ma che, oltre ogni etichetta, portano avanti il concetto di musica come idea e non soltanto suono (a questo proposito si ascolti l'intro di Orson Welles in Tales of mystery and imagination). I quattro album proposti dalla raccolta sono Pyramid, un concept ispirato all'egitto, The Turn of a friendly Card, a proposito del gioco d'azzardo, Eve, una interessante analisi del mondo femminile, Stereotomy che analizza l'effetto di fama e fortuna su alcune persone ed infine Gaudi dedicato alla vita ed alle opere del celebre architetto catalano Antonio Gaudi, un'ottima scelta per iniziare a conoscere la band.
Vi piacerà se: volete aprire le porte di una dimensione musicale sconfinata.
Nicola Randone
The Battle of Los Angeles
Rage Against The Machine
1999
Epic
A metà tra il metal e il rap, The Battle of Los Angeles si configura come un album unico nel suo genere: unendo magistralmente attivismo sociale e divertimento i Rage Against The Machine sono uno dei gruppi più importanti e unici degli anni 90.
Un album forse meno ambizioso dei precedenti, ma di certo non per questo meno importante: attraverso strutture solide e suoni essenziali arricchiti con qualche sfumatura riesce ad esprimere chiaramente la rabbia sociale degli autori. Un lavoro più maturo rispetto ai primi della band statunitesti, e di grande importanza musicale, in cui il gruppo dà vita ad uno dei migliori lavori della propria carriera.
Vi piacerà se: amate sperimentazioni tra generi uniche e volete ascoltare qualcosa di energico e nuovo.
Lorenzo Quiroli
Ride The Lightning
Metallica
27 luglio 1984
Universal Music
A chi mi chiedesse cosa ascoltare dei metallica la prima volta, consiglierei senz'altro Ride The Lightning. Probabilmente lo farei scappare a gambe levate, dato che "i tardi" Metallica sono assai più commerciali orecchiabili anche da un pubblico più ampio, ma è pur vero che i fan della prima ora hanno senz'altro rinnegato il cambiamento che la band ha subito nel corso del tempo, quindi dovete scegliere da che parte stare: quella del metal più puro, o quella del rock e basta.
C'è da dire tra l'altro che Ride The Lightning riesce ad accontentare un po' tutti a suo modo: dal ritmo incessante di Fight Fire With Fire o Ride The Lightning, all'aria più introspettiva di Fade To Black e della inaspettata Call of Ktulu, riprendendo con un qualcosa a metà, perfettamente incarnato da Form Whom The Bell Tolls. Un album poliedrico, ma non senza senso né privo di un filo conduttore, che vi saprà far amare (oppure odiare) gli intramontabili Metallica.
Vi piacerà se: apprezzate l'aggressività di chitarra e batteria metal, ma non disdegnate inattesi cambi di sonorità.
Nicola Ligas