Vivere con i Google Glass: Giorno #20, le vacanze estive

Emanuele Cisotti
Emanuele Cisotti Tech Master
Vivere con i Google Glass: Giorno #20, le vacanze estive

Questo articolo fa parte di una serie, chiamata “Vivere con i Google Glass” che ci permetterà di raccontarvi cosa vuol dire indossare la rivoluzione tecnologica del nostro futuro.

Al lavoro!

Ci eravamo lasciati ad inizio agosto con la promessa di ricominciare il prima possibile la nostra rubrica che vi racconta com'è vivere con i Google Glass. La promessa era anche di raccogliere tanto materiale durante le vacanze estive e così... non è stato. Sia chiaro, ho avuto moltissime esperienze con i Google Glass (specialmente all'IFA di Berlino) ma vi mentirei se vi dicessi che ho tenuto in testa gli occhiali durante le mie vacanze estive. Anzi, ammetto di averli usati molto poco. I motivi sono fondamentalmente 3 e ve li elenco in ordine di importanza: scomodità per usarli come occhiali da sole, lingua inglese e necessità di tethering. Il primo problema ha valso da solo quasi tutta la mia rassegnazione: è fondamentalmente un problema relativo ai soli Explorer Edition probabilmente, ma, visto che questo spazio è come un blog personale, ci tengo a precisare anche questo punto.

La scomodità di riporli, senza poterli piegare e la difficoltà del dover agganciare e sganciare ogni volta le lenti, è stata tanta. All'estero poi l'assenza di connesione sul telefono ne diminuiva l'utilità, terminando poi con il "problema" della lingua inglese, già dettagliato.

Quante amicizie

La puntata numero venti di questa rubrica serve principalmente a sciogliere il ghiaccio con chi magari a luglio era già in vacanza e per riprendere un po' le redini della situazione (da domani partiremo con argomenti più concreti). Per concludere questa seconda introduzione voglio invitare tutti a fare un ripasso delle 19 puntate precedenti (tranquilli sono letture brevi) e informarvi del gran numero di amicizie (anche solo di qualche minuto) ho stretto con questi Google Glass. La curiosità è tanta (anche in Italia, ma specialmente fuori) ed essere fermati (ovunque) è diventata un'abitudine. Se pensate a quanto sia l'imbarazzo di chi trova il coraggio di fermarti in giro, si capisce al volo come l'interesse verso questo prodotto stia aumentando.