Vivere con i Google Glass: Giorno #10, MyGlass e qualche (non) reazione

Emanuele Cisotti
Emanuele Cisotti Tech Master

Questo articolo fa parte di una serie, chiamata "Vivere con i Google Glass" che ci permetterà di raccontarvi cosa vuol dire indossare la rivoluzione tecnologica del nostro futuro.

MyGlass

Ho lasciato le prove più concrete e tecniche di cosa e come si possono eseguire le operazioni con i Google Glass ad almeno due settimane di distanza dal mio primo utilizzo, proprio per essere sicuro di averne compreso appieno tutti i meccanismi e poter riportarveli nel modo più fedele possibile.

MyGlass è l'applicazione gratuita (non disponibile in Italia tramite il Play Store) che permette di gestire i propri Glass. In realtà non è indispensabile, nel senso che gli occhiali funzioneranno a dovere anche senza averla mai utilizzata neanche una volta, ma per una gestione più corretta conviene installarla. Appena i Glass si saranno connessi via Bluetooth allo smartphone, rimarrà fisso un simbolo nella barra delle notifiche per avvertirci del fatto che gli occhiali sono accesi e collegati.

4 sezioni: MyGlass, Wi-Fi, Devices e Screencast

Una volta avviata questa si dividerà in 4 sezioni: MyGlass, Wi-Fi, Devices e Screencast. MyGlass è la voce principale che ci indicherà le informazioni sul dispositivo, la loro posizione attuale (con indirizzo e posizione sulla mappa), i contatti che abbiamo scelto di attivare e le applicazioni di terze parti disponibili (e la possibilità di attivarle). I contatti da attivare sono quelli che intendiamo utilizzare per condividere i contenuti o che vogliamo raggiungere rapidamente dagli occhiali. Ad oggi quindi se volete poter chiamare un contatto dovrete prima averlo aggiunto dalla rubrica all'interno di MyGlass. Stessa cosa per la condivisione. A seguire avrete poi una lunga lista non ordinabile di tutte le applicazioni di terze parti, con possibilità di abilitarne o disabilitarne le funzioni. Il numero di possibilità offerte è veramente ridotto all'osso. È presente una scheda e un flag on/off. Nessuna impostazione e nessuna possibilità di rimuovere le applicazioni di terze parti (dove trovarle e come installarle lo vedremo un altro giorno).

L'opzione Wi-Fi è di estrema importanza perché, come abbiamo già visto, è il metodo più rapido per far connettere gli occhiali a reti Wi-Fi protette da password. La voce Devices ci mostra la lista di tutti i nostri occhiali, con la possibilità di cercarne altri nelle vicinanze (immagino grazie alla geolocalizzazione e non via Bluetooth). Infine Screencast è la possibilità di effettuare un mirroring di quello che viene visto tramite la lente sul display (quello che utilizzo per realizzare i video dimostrativi): è lento, ma rende molto bene l'idea (ed è comodo per dare istruzioni agli amici che stanno usando Glass per la prima volta).

Ancora un po' di reazioni

In questi giorni non vi ho elencato tutte le persone che ho incontrato e che mi hanno chiesto qualcosa degli occhiali. Sopratutto perché non sono state molte e comunque nessuna di particolare interesse. Ho sfidato (volontariamente) la sorte entrando in un MediaWorld e rimanendoci per quasi un'ora, senza suscitare nessuna attenzione particolare, se non qualche sguardo strano.

Il barista dell'evento a Monza a cui ho partecipato ha dimostrato interesse facendomi qualche domanda, ma ad oggi, giorno #10, nessuno ha ancora riconosciuto i Google Glass per strada. O almeno non mi ha reso partecipe di questo fatto. Personalmente non mi suscita nessuna emozione (e nessuna ne volevo suscitare) ma è comunque sintomo di come in Italia il prodotto che tengo in testa sia quasi sconosciuto. Peccato in senso assoluto. Meglio per me.