Don't Look Back: la grafica è davvero così importante? [Recensione]

Giorgio Palmieri
Giorgio Palmieri
Don't Look Back: la grafica è davvero così importante? [Recensione]

Tra i meandri del Play Store, tra titoli con grafica spaventosa, titoli con buone idee ma accompagnati da un'altalenante  realizzazione, titoli brutti e quant'altro, esistono quelle piccole perle, quei giochi che andrebbero provati almeno una volta nella vita di ogni videogiocatore. Vorremo parlarvi di un titolo che secondo noi rappresenta al meglio quella piccola parte di giochi che possono stupire grazie alla forza delle emozioni.

Il titolo è Don’t Look Back, sviluppato dal talentuoso Terry Cavanagh, il creatore di quel capolavoro di Super Hexagon. Non mettete subito le mani davanti: il gioco è una esperienza gratuita, breve e alla portata di tutti.

Una pubblicazione un po’ tortuosa

Don’t Look Back è un titolo del 2009 sviluppato per PC e approdato su iOS e Android  a fine 2012. Non facciamo in tempo a nominare il gioco che ci arriva subito uno spunto di riflessione : l’accettazione del gioco nell’app-store di Apple.

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Vivete questo gioco senza pregiudizi, non fatevi spaventare dalla grafica.

Nella descrizione di Don’t Look Back su Play Store, il buon Terry si diverte a scrivere le seguenti parole : “Don’t Look Back è un breve gioco fatto nel 2009. È un gioco completamente gratuito, non "free to play": non ci sono in-app purchases o altri tipi di nonsense”. Un’affermazione tutt'altro che maligna, ma Apple non ha gradito il tutto. Infatti, il gioco è stato inizialmente rifiutato proprio per questa descrizione non consona al regolamento. Risultato? Terry ha dovuto cambiare la descrizione del titolo solo su iTunes, ma non su Play Store: verificate voi stessi.

L’amore e la speranza di Orfeo

Dopo avervi intrattenuto con questi gossip, passiamo al gioco. Don’t Look Back si basa sul mito di Orfeo e Euridice, una delle storie d’amore più commoventi di sempre. Poeta e abile musicista, Orfeo amava la Ninfa Euridice più di ogni altra cosa , ma quando quest’ultima venne a mancare il suo cuore non riuscì a sopportare la terribile perdita.

Passarono giorni e lui continuò a suonare la sua musica per Euridice. Ormai giunto al capolinea, soverchiato dal dolore ma ricolmo di speranza, Orfeo si recò negli inferi da Ade, chiedendo e pregando affinché la sua amata tornasse in vita. Conquistato dalla musica, Ade non poté rifiutare alla richiesta di Orfeo e gli promise di far tornare in vita la ninfa ma ad una condizione: Orfeo doveva ritornare alle porte degli inferi seguito dalla sua amata senza guardare dietro di lui, senza sapere se ella lo stesse seguendo.

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Le peripezie che dovrà affrontare il protagonista saranno discretamente impegnative.

Il nostro scopo sarà scendere negli inferi, prendere la nostra amata e tornare in superficie, senza voltarci. Il gioco è un semplice platform della durata media di un quarto d’ora, dove dovrete sconfiggere mostri, saltare ostacoli ed evitare trappole. Nulla di particolare, ma è l’esecuzione del tutto ad impressionare: l’atmosfera del titolo è veramente coinvolgente, sarà la grafica essenziale ma incisiva, sarà la musica che ci accompagnerà durante il corso della breve ma intensa esperienza, saranno la naturalità e genuinità del prodotto.

 Il titolo dimostra cosa si può fare con un concept così semplice, con il minimo indispensabile. Inoltre, è difficile trovare al giorno d’oggi un gioco che nasconda dietro una struttura così striminzita una sorta di morale nel finale, ma non vi anticipiamo nulla: lo scoprirete completando la breve avventura.

Tirando le somme

Non ci sentiamo di dare una voto complessivo per Don’t Look Back. Il gioco ci stupisce perché non è un titolo creato per far soldi, è un gioco creato con il cuore, cosa che forse manca nella maggior parte delle grandi produzioni di oggi. Un'esperienza videoludica che consigliamo a tutti: vivetela tutta d’un (breve) fiato, con le cuffie e in completa serenità, senza pregiudizi o quant'altro. Dopo aver completato il gioco, fatevi una domanda: negli ultimi anni, quanti e quali sono stati i titoli realizzati con il cuore? O, meglio, quanti di quei titoli vi sono rimasti impressi per l’enorme impatto emotivo che sono riusciti a sprigionare? Siamo impazienti di sapere la vostra opinione a riguardo.

A voi la parola!